Interpretare questo momento politico non è proprio difficile, richiede solo attenzione, alle tante posizioni che diventano variabili incontrollabili. Di Maio e Salvini. i due vice premier, e capi politici dei rispettivi par titi, hanno tutto l’interesse di attuare il ” contratto” di governo. Un’impresa che, con il passare dei giorni, si sta rivelando molto difficile in quanto ricco di riforme , molto costose. Inoltre il ” contratto”, che che ne di ca Di Battista da Puerto Escondido, non può ledere i rapporti internazionali che l’Italia è costretta a rispettare, con gli Stati Uniti ed Unione europea. Tentare la via ” autarchica” sarebbe pura follìa preludio a ingo vernabili movimenti di piazza. Non rimane, a chi ha firmato il ” contratto” che utilizzare, molta diplomazia evitando l’uso di parole forti, che non porterebbero da nessuna parte. Tap e F35 ok agli Usa in cambio di sicurezza nel Mare Nostrum e stabilizzazione della Libia, tutto a guida italiana. E’ vero che il 3% Pil/ deficit, per dirlo alla Prodi, è un coefficiente fittizio e non definitivo, ma il governo giallo – verde, deve tentare di ottenere, sforamenti, nonostante il colossale deficit che abbiamo sulle spalle, da decenni di finanza allegra. Ma mentre i due vice appaiono decisi a discutere con Bruxelles, il ministro all’Economia Tria, appare in vece orientato ad attuare il ” contratto” piano piano a scaglioni annuali. Il titolare dell’Economia ha paura che continui la progressione dello spread e la fuga, dall’Italia verso porti più sicuri, di circa 1000 miliardi al mese. A questo quadro, non riassicurate per nessuno, vada aggiunto il rapporto molto teso all’interno di Forza Italia tra Berlusconi, molto inquietato per il comportamento di Salvini ma vuole evitare una rottura, come è ovvio, per un uomo al vertice di numerose aziende che producono in Italia, grazie anche a concessioni governative. Ma il cavaliere non può ignorare che c’è un Tajani, uomo di sicuro valore politico. e un nu cleo, fedele e molto duro., che non accetta di dipendere dalla volontà, del rozzo ministro dell’Intero e segretario della Lega, Salvini. Lo scontro se ci sarà tingerà l’Italia di sangue se si considera che FI, Lega, FdI go vernano in sette Regioni e tantissimi Comuni metropolitani. Ma il problema è come “coniugare” il ” contratto” M5S – Lega con le esigenze di una opposizione che ,o svolge la sua funzione o morirà per carenza di os sigeno. Identico discorso vale per il Pd, partito sempre più marginale, che non può preoccuparsi di attivare un nuovo Nazzareno. Le opposizioni, in questo marasma, non possono che unire gli sforzi per tentare di costringere la maggioranza, se reggerà ai terremoti interni, ad evitare danni irreversibili che stanno per giungere, al vaglio definitivo del Parlamento, mentre altre riforme, non condivisibili, da FI e Pd sono già al l’orizzonte. Occorre uno scatto di reni, da una parte e dall’altra, di politica reale, per evitare un piano inclinato che potrebbe travolgere tutti, senza un’attenta dosatura dei crescenti rischi che si stanno già corren do.