Lesina – Dove lo Stato non c’è prospera schiavismo e morte

Nessuno scriva o dica più:” smantellato il caporalato” o ” Controlli stringenti sul caporalato”. Non è vero niente: il caporalato è vivo e vegeto in tutta Italia ed in particolare nel mezzogiorno, dove per un tozzo di pa ne si schiavizzano, immigrati illegali sbarcati in Italia e sfruttati, prima in Africa e poi in Italia. La differenza però è sostanziale: in Libia non c’è Stato in Italia lo Stato ci dovrebbe essere ma non funziona oppure al cuni pezzi sono complici degli schiavisti. Nessuno dica che è difficile trovare chi lavora nei campi dieci ore al giorno, nessuno dica che non sa dove si concentrano gli schiavi, senza nessun diritto nè sul lavoro e nè per cibarsi e nè per riposare, quelle poche ore che hanno, per farlo. Il problema c’è e non è stato affrontato prima da nessuno se non, con dichiarazioni stupide per i gonzi che vedono la televisione o leggono i giorna li che riportano, quello che vogliono dire i responsabili di leggi violate. Ora ci fanno sapere che saranno avviate indagini per sapere se, la vita di 16 morti, sono state causate dallo sfruttamento sul lavoro e dalle con dizioni di vita pessime. Nessuno può credere che si cominci a fare sul serio. I ministri, nonchè vice premier,  Salvini e Di Maio, promettono una stretta sul caporalato e saranno in Puglia e altrove, dove i caporali si arricchiscono vendendo manodopera a bassissimo prezzo. Ora basta: i carabinieri sanno benissimo chi sono i caporali, dove stanno, come vivono agiatamente, e dove reclutano gli schiavi. Diciamolo: queste realtà prosperano dove lo Stato non c’è e chi lo serve onestamente non si sente protetto come dovrebbe. Questa è la verità che nessuno può negare. 16 morti e 4 feriti peseranno comunque sulla coscienza di chi sapeva ma non ha fatto nulla.

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