Borsa e spread, hanno brindato al passato pericolo di una procedura d’infrazione, contro l’Italia, per debito eccessivo. Il risultato, discutibile quanto si vuole, ottenuto dal Premier Conte e dal ministro all’Economia Tria, è stato accolto favorevolmente dagli investitori: Borsa sù e spread giù. Lo si può dire: non è stata un’operazione facile visto che il governo ha puntato a difendere, con una serie di impegni da mantenere, il 2,04 dopo l’arretramento dal 2,4%. Da parte dei partiti di governo, M5S e Lega, era importante poter affermare che le promesse elettorali, sul reddito di cittadinanza e quota 100 per il superamento della Fornero, sia pure per una platea ridotta, saranno mantenute. Le opposizioni hanno messo in evidenza come la Manovra sia stata concordata, passo dopo passo, dai tecnici di Bruxelles e che c’è stato un cedimento della sovranità dell’Italia. Ma in realtà, M5S e Lega, hanno avuto solo una preoccupazione evitare l’infrazione ed ottenere un deficit, per il 2019, al 2,04%. Di Maio e Salvini hanno portato a termine, questa prima fase del governo giallo – verde, a costi molto elevati. Si sono affidati al Premier Conte, che ha fatto del 2,04%, una linea di demarcazione insuperabile, per far fronte agli impegni assunti nei confronti degli elettori. I Commissari dell’Unione Europea non potevano entrare nelle scelte politiche fatte dall’Italia, nonostante ritenute non in grado di rilanciare l’economia, ed hanno ceduto garantendosi però, un controllo a distanza dell’andamento dell’economia italiana il cui Pil 2019, sembra bloccato allo 0,9% . Conte e Tria hanno mediato allo spasimo ed alla fine, hanno portato a casa un risultato come lo voleva la maggioranza. La situazione non è facile per il governo che ora deve saper battere cassa, con una spending review, che non può guadare in faccia a nessuno. Il governo ha l’onere di far aumentare: produzione, posti di lavoro e spesa interna oltre che favorire l’esportazione. Un compito colossale che, se non dovesse andare in porto, aprirebbe la strada ad una nuova recessione. Non c’è che da incrociare le dita.