L’Aquila – Le regionali a febbraio in un quadro politico drammatico

Elezioni regionali a febbraio, in un Abruzzo tutto imbiancato, dagli ottocento metri in sù. Un rinvio a maggio appare ormai impossibile per una Regione paralizzata dopo che, l’ex Presidente, è stato eletto al Senato della Repubblica. L’ente più importante è in stato comatoso, anche per un’ex maggioranza, che non si riconosce più, in un quadro operativo, incapace di affrontare i tanti problemi. Tra questi 26 mila posti di lavoro persi da “industriali” che, per la maggior parte hanno preso gli incentivi dallo Stato, per poi delocalizzare la produzione in altri Paesi. Il centrodestra che puntava a riconquistare la Regione appare diviso e balbettante  tanto che le varie componenti: Forza Italia, FdI, Lega e cespugli, vagano ciascuno per proprio conto in attesa di avere indicazioni precise, peraltro giunte a favore di un candidato dei FdI, molto contestato dalle altre componenti. Da quel che si è appreso, la segretaria nazionale Meloni, non intende cambiare il suo candidato e pretende che la coalizione lo sostenga. Il centro sinistra è spappolato ed è alla ricerca di un candidati presidente, tanto forte ed appoggiato da sindaci e liste civiche, capace di ribaltare un pronostico che, secondo i sondaggi, sarebbe negativo. Gioca la sua partita, in splendido isolamento, il candidato del M5S che non avrebbe l’appoggio della Lega, pronta a rientrare nei ranghi del centrodestra. Questa la situazione ad oggi e non c’è molto tempo per  giochi e giochini politici, in quanto passate le feste natalizie e di fine anno, partiti e coalizioni, saranno già in campagna elettorale. L’Abruzzo rischia molto, in questa fase ed in quella successiva, se chi si recherà al voto non riuscirà ad identificare, al di là degli scoloriti colori politici, chi sarà in  grado di prendere in mano le redini di una Regione in frantumi.

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