Il Movimento e la Lega si sono assunti un’enorme responsabilità: quella di varare un governo, sulla base di un contratto, ma lasciandosi le mani libere per le prossime campagne amministrative. Non è facile immaginare che, ministri e sottosegretari, siano al lavoro insieme al governo, per poi attaccarsi sulle piazze, per aumentare il consenso elettorale. Per la lega c’è una variante in più: fa rà le liste insieme a Berlusconi e Meloni, ammesso e non concesso che, i due partiti del centrodestra, FI e FdI, siano in grado di sganciarsi dalla Lega con il vento in poppa: il risultato in Valle D’Ao sta è molto pesante. Tutta l’architettura del nuovo governo poggia, sulla volontà dei due leader Di Maio e Salvini, che che se ne dica, della consultazione degli iscritti, via web o con i gazebo. Non sarà una navigazione pacifica, come si può stimare sin da oggi. Una “marcia” irta di ostacoli, non solo per la palese diversità del pensiero dominante nei due partiti, ma anche, per il fuoco di fila del le opposizioni in Italia e in Europa. Gli attacchi che giungono da due ministri, uno francese e l’altro tedesco, non sono il benvenuto ad un governo che prima di nascere è stato definito ” populista” e “pericoloso”. Ma se c’è il M5S al 33% e la Lega al 17, qualcuno nei partiti ha sbagliato qualcosa tanto da far crescere il malcontento sfociato, in un risultato elettorale, che ha bocciato e promosso. Questa ” rivoluzione” è frutto solo di promesse che il nuovo governo non potranno mantenere? Oppure, in tanti decenni di democrazia repubblicana, i parlamentari non hanno seguito i programmi decantati per ottenere voti? E’ indubbio che le tesi possono essere tante tutte degne di considerazione. Gli elettori hanno votato e due forze politiche sono riuscite a firmare un contratto questa è la realtà. Anche il M5S e Lega non manterranno gli impegni presi? In questo caso, se ciò accadesse, sarebbe in pericolo il concetto stesso di democrazia. La strada del nuovo governo, se otterrà la fidu cia in Parlamento, è in forte salita. Si devono attendere i provvedimenti e le coperture finanziarie. Intanto lo spread sale per una sfiducia, fino ad oggi, limitata. Molto dipenderà dalle prime mosse del governo giallo – verde e dalla tenuta dei due leader, Di Maio e Salvini, e del premier designato Giuseppe Conte.