Roma – Il Covid -19 spaventa tutti. Le Regioni “colpite” si organizzano

Senza nulla togliere, all’impegno del personale medico e paramedico, ricercatori e virologi, l’Italia con un balzo imprevisto è balzato, per questa pesante storia del coronavirus, al terzo posto nel mondo, con 7 i decessi, l’ultimo a Como, 229 contagiati di cui 99 in ospedali, 23 in terapia intensiva e gli altri isolati nelle loro abitazioni. Le notizie certo non mancano anche se, bisogna essere attenti a quelle false, che non sono poche.  A Cremona un militare è stato trovato positivo e sono scattate le misure prese, direttamente dalla sanità militare. Era di stanza a Milano  ma,  da alcuni giorni era a casa, in licenza. La sanità militare ha già assunto, tutte le misure precauzionali, per quanti era entrati in contatto con lui in caserma o fuori. Il caso ovviamente è seguito anche dalla sanità pubblica e dal ministero della Sanità, per quanto dovesse essere necessario, per evitare che si crei un’altro focolaio. Nelle aree considerate rosse, cioè infette, dove sono possibili contagi è stato chiuso tutto, dai teatri ai cinema e dalle chiese ai negozi. Aperti solo i supermercati dove non si è verificato, in generale, quell’assalto che molti prevedevano. Vanno invece fortissimo le vendite di prodotti nelle farmacie: dai guanti di gomma ai disinfettanti d’ogni tipo. I governatori delle Regioni che hanno dovuto accusare contagiati, sono andati avanti, con misure pesanti. Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna oltre ai ricoveri ospedalieri, anche in rianimazione, per i casi più gravi, procedono con i tamponi per verificare lo stato di salute di chi, accusa sintomi del virus o che teme di averli. La vita, non solo nelle regioni che hanno zone rosse, ma anche in tutte le altre, ha subito delle sostanziali modifiche. Quelle dove ci sono stati, morti o contagi, devono abituarsi a città spettrali, dove non circola nessuno ed i controlli, dei carabinieri, polizia e guardia di finanza sono inflessibili, per disposizioni ricevute dai loro ministeri, in stretta collaborazione con quello della Salute. Chiusi tutti i locali dai cinema ai teatri e persino le chiese. Il Vaticano, ha dato disposizione per il fermo di ogni celebrazione in luoghi chiusi. I sacerdoti potranno celebrare Messa o altre funzioni, all’aperto. Il prefetto è dovuto intervenire per un’ordinanza emessa in Basilicata che vietava l’ingresso in Regione, a chiunque giungesse da regioni dove si sono verificati contagi e decessi. Ordinanza immediatamente fatta ritirare. Ma è l’indicazione che in Italia, come in Europa e nel resto del mondo, questo coronavirus o come lo chiamano oggi i ricercatori, Covind – 19, è causa di forti preoccupazioni tanto che nelle famiglie non si parla d’altro. Nelle Regioni  segnate dal virus sono state chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, università comprese, per un periodo che non supera i sette giorni. Non sono poche le scuole medie superiori che impartiscono, agli studenti, lezioni online oppure in video. Scolari e studenti seguono questo nuovo metodo, di avere spiegazioni e compiti da fare, con interesse e curiosità. Identico sistema viene adottato per i dipendenti, pubblici e privati che lavorano negli uffici utilizzando l’informatica. Per loro operare a a casa o dietro una scrivania è la stessa cosa. Anche in questo caso si sta facendo strada, un nuovo modello di lavoro. Certo manca il rapporto umano ma non tutto è bloccato. I mezzi pubblici completamente vuoti o quasi, anche nelle ore di punta. Insomma la gente si è barricata in casa, per questo misterioso virus, che si è sviluppato in Cina ed ora è presente in 20 Paesi. Le Regioni stanno dimostrando di sapersi organizzare, davanti a questa epidemia e nel cercare di bloccarla hanno messo a disposizione dei numeri verdi, 24 ore su 24: Piemonte 800.333.444; Valle D’Aosta 800.122.121; Alto Adige 800.751. 751; Lombardia 800.894.545; Veneto 800.462.340; Friuli Venezia Giulia 800.500.300; Toscana: 800.556.060; Umbria: 800.636.363; Marche 800.936.677. Ministero della Salute ha un numero unico nazionale 1500 e il 112 per la segnalazione dei casi. Ma attenzione la sanità pubblica, non può occuparsi solo del coronavirus, anche se oggi è il pericolo numero uno, ha migliaia e migliaia di malati, con altre patologie, che non possono essere abbandonati  o considerai di categoria B. Lo sforzo che viene chiesto alla Sanità pubblica, è davvero oltre le possibilità umana e, il ministero della Sanità, dovrebbe provvedere ad assumere, un contingente di sanitari, semmai da poco in pensione o i precari, non in servizio, così come il personale paramedico. Un problema gigantesco, come quello che bisogna fronteggiare, il cui tempo non è attualmente definibile, non può essere affidato agli attuali organici, peraltro, in molte Asl carenti, in condizioni di normalità.

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