Roma – La Manovra? Comunque finisca favorirà M5S e Lega

I ministri Di Maio e Salvini stanno giocando la loro partita, molto complessa, ma palese. La Manovra economica sospesa, tra Roma e Bruxelles, punta in due direzioni: tentare di dimostrare che l’Unione Europea opera, nei confronti degli Stati, con modalità diverse e convincere gli italiani che, M5S e Lega, vogliono aiutare tutti, in particolare gli ultimi, ma la  Commissione Ue impedisce che questo obiettivo venga raggiunto. Concretamente Di Maio e Salvini sono in piena campagna elettorale per le europee. Dare i voti ai partiti di governo significa dire di “… no a questa Unione Europea, insensibile e legata ai grandi interessi protetti dalla moneta unica”. Ed infatti, i vertici delle forze politiche al potere, ripetono in continuazione, che c’è una discriminazione nell’approvare la Manovra, che fissa il deficit 2019 al 2,04%, in quanto darebbe la possibilità, al M5S e Lega, di far partire, sia pure in forma ridotta e con mesi di ritardo, le  due riforme promesse: superamento della legge Fornero e reddito di cittadinanza. Una battaglia campale che, comunque finirà, offrirà ai partiti di Di Maio e Salvini un’arma formidabile. La Commissione dirà no alla Manovra, rivista e tagliata? un motivo in più per chiedere voti contro l’attuale Unione Europea. La Commissione aprirà la procedura d’infrazione: apriti cielo: la Francia sfora il 3% e all’Italia non vene concesso nulla, anzi viene punita? Votazione plebiscitaria contro l’UE. Terza e ultima possibilità: la Commissione dirà sì, dopo i tantissimi tagli apportato alla Manovra? Una vittoria ottenuta per far entrare in funzione le riforme, nonostante la dura opposizione dell’Unione Europea. Quella che si sta giocando non è una partita facile nemmeno per Commissione e Consiglio Ue dove, falchi e colombe, si stanno scontrando senza esclusioni di colpi. I falchi puntano a mettere all’indice l’Italia, Paese irrequieto, dove ci sono governanti che non hanno nessun rapporto con popolari e socialdemocratici, cioè populisti allo sbaraglio pericolosi per l’Unione Europea e gli equilibri attuali. Le colombe, invece, capitanate dal Presidente Juncker, sono convinti di raggiungere un’intesa a tutti i costi, per dimostrare che l’Ue è aperta anche a nuovi soggetti politici votati nei diversi Paesi. Per sapere l’esito finale o subito oppure nella prima decade di gennaio 2019.

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