Il governo e il ministro alle Infrastrutture, Toninelli, devono affrettarsi: tra soli 5 giorni il Traforo del Gran Sasso, come comunicato dalla società concessionaria delle autostrade A 24 e A 25, chiuderà il tunnel. Sarebbe un disastro per i collegamenti Adriatico – Tirreno, via Teramo – L’Aquila – Roma. Il problema è molto complesso, per l’intervento della Procura di Teramo, circa l’inquinamento di falde acquifere e del Laboratorio di Fisica Nucleare, piazzato in una grande caverna, all’intero del massiccio montano. La società concessionaria sostiene, e forse a giusta ragione, che il Traforo rientra nei compiti per la manutenzione ordinaria, ma in questo caso, il problema è solo dello Stato. La diffida parla chiaro: il 20 la società chiuderà il tunnel e gli automobilisti sarebbero costretti, a tornare sulla SS 80, cioè su un tracciato montano poco adatto per essere affrontato, nei due sensi, specialmente dal trasporto pesante oltre che leggero. Per scongiurare la chiusura deve’essere nominato un commissario, con pieni poteri, che provveda ai necessari studi ed interventi che riguardano il sistema acquifero del Gran Sasso e quale ruolo, per l’inquinamento, può trovare riferimento alle acque reflue del laboratorio scientifico, fiore all’occhiello della ricerca italiana. Ok alla ricerca purchè non inquini, la preziosa acqua potabile che giunge nelle abitazioni dei residenti, della Provincia di Teramo ed in parte, dell’Aquila. Un problema di non poco conto che va affrontato, senza nessuna possibilità di rinvii, in quanto la società concessionaria il 20 procederà alla chiusura del Traforo, e lo potrà fare per non assumersi responsabilità che non sono contemplate, nel contratto con lo Stato. Toninelli, ed altri ministri, si diano da fare il tempo è scaduto. Il problema esiste e non servono nè minacce nè provvedimenti tampone. Dal momento che la Procura di Teramo si è mossa i ministri interessati dovevano prendere deci sioni senza far passare tanto tempo.