130 mila per la Messa di Francesco al “Zayed Sports City”. Presenti anche molte autorità dello Stato, non solo per ragioni di ospitalità ma anche per ascoltare, il primo Pontefice che officia, in luogo pubblico, la Mes sa unitamente ai fedeli cristiani, nella culla dell’Islam. Il Santo Padre ha raggiunto l’altare, sul Papamobile, ed ha salutato i fedeli felici, di un evento che non avrebbero mai immaginato potesse avvenire. I cristiani sperano, che con questa apertura verso il Papa, possano ottenere maggiore riconoscimento dello loro status, nella libertà di fede. In quella vastissima struttura, intitolata al fondatore dello Stato, sono risuonate le parole del Vangelo:” Non beati i ricchi e i potenti , ma i poveri ed i miti”. “Un argomento ha aggiunto il Papa – rivolto ai fedeli – che capovolge il pensiero comune ed è stato un modo, per dirvi grazie, per come vivete il Vangelo che abbiamo ascoltato”. Tre giorni molto importati che hanno segnato la storia, tra la Chiesa di Roma e quella Musulmana, che trova la sua forza e il suo slancio proprio nella penisola araba degli Emirati Uniti. Papa Francesco si è messo e si è mosso nel solco del Santo di Assisi che lo ha preceduto 800 anni fa. Non è un caso che, tutto questo sia avvenuto, nel momento in cui il Creato si sta ribellando all’uomo che lo ha violentato e continua a violentarlo, fino alla rottura di equilibri perfetti, tanto da mettere in discussione, la stessa sopravvivenza dell’uomo. Senza parlare delle guerre, sopraffazioni e minacce persino atomiche. Davanti a tanta mancanza di senno, Francesco ha fatto cenno ad una grande arca, sulla quale salire tutti come fratelli, la stessa di Noè che salvò dal diluvio primordiale, come viene chiamato da quasi tutte le religioni, per salvare non solo il genere umano ma anche quello animale e vegetale. Parole preveggenti per come dare vita ad un, nuovo mondo, grazie all’impegno di tutti i miti che hanno capito gli errori dei potenti contro le leggi della natura.