Bologna – Le Sardine in piazza. ” No lezioni ma tono politico e scelte diverse”

La Sardine sono tornate a riunirsi in Piazza VIII agosto. Siamo in 40 mila, secondo altre stime 25 mila, che poi non sono pochi gli aderenti,  tra loro per la verità non tutti giovani ma molti erano, uomini e donne nella sinistra italiana, da sempre. Ma a parte ogni considerazione, Mattia Santori, sa quello che vuole e sta tentando di arrivarci nel modo più facile. Intanto, la costruzione delle Sardine a livello nazionale, per poi rivolgersi, al mondo politico di sinistra, per dire quello che è stato già anticipato oggi a Bologna:” Non serve urlare, accapigliarsi o fare la politica come si è fatta fino ad oggi. Se noi, senza un soldo in tasca, siamo usciti da una piccola cucina, che abbiamo condiviso per anni,  siamo giunti a rieempire le piazze c’è la speranza di poter essere utili al Paese. La realtà è che c’è una richiesta di politica diversa che, non è per forza giusta, ma c’è. Continuano a chiederci di andare avanti e abbiamo fatto una scelta vivere la realtà dell’aria no su Fb o web che è un altro mondo. Noi siamo qui con un evento culturale e con tanti musicisti”. Santori ha proseguito con la solita verve, che lo contraddistingue, non vogliamo dare lezioni a nessuno ma dimostrare che è possibile dare, un tono diverso alla politica senza un soldo in tasca. Noi giovani siamo ancora feriti  da un dibattito politico che non ha rispetto le persone”. Ok tutte parole che, messe una dopo l’altra, vogliono dire qualcosa alla politica attuale e al Paese da cambiare. Ma le Sardine  dovrebbero spiegare, per farsi comprendere, per quale ragione sarebbero liete di incontrare il Premier Conte; per quale motivo hanno scelto di essere a sinistra, in che modo vogliono partecipare alla costruzione della nuova politic,  se a fianco o dentro formazioni, già in essere, e quali cambiamenti vorrebbero. Si vuole dire che quello che affermano la Sardine, a parte il folklore, non è cosa di poco conto. Viene chiesta una sorta di rivoluzione culturale ai politici di oggi, per l’Italia del presente e futuro prossimo. E’ stato sempre così: quando i giovani scendono in piazza c’è qualcosa nell’aria da cambiare. Santori e & più che chiedere di parlare con i vertici del governo in carica, che li riceverà con i tappeti di circostanza, devono spiegare agli italiani le loro idee, che programma hanno maturato e cosa li fa impegnare in politica cioè, nell’arte più complicata che esista.

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