Berlino – Uefa scontro Blatter – Platini il 6 giugno

La bufera sull’Uefa non sembra sia terminata con la rielezione di Joseph  Blatter, uscito indenne dall’ondata di arresti, che ha investito la Federcalcio mondiale. Per la quinta volta Blatter è stato rieletto presidente e terminerà il suo mandato nel 2019 alla bella età di 83 anni. Il presidente non ha avuto esitazioni: prima si è difeso e una volta rieletto ha attaccato tutti i suoi detrattori. Va detto subito che gli arresti alla vigilia delle elezioni al vertice dell’Uefa hanno provocato non poche perplessità. Le manette che hanno travolto l’organismo con una serie sono scattate dalle indagini dell’Fbi e dopo le accuse della magistratura statunitense anche se i reati contestati di corruzione, non sono commessi in America. Inoltre va considerato che le nazioni candidate ad ospitare i mondiali di calcio erano proprio Stati Uniti e Inghilterra. E Blatter ha sottolineato questa “ coincidenza” affer mando alla Tv svizzera Rts “ Se gli Usa hanno a che fare con reati commessi da cittadini americani  li arrestino in casa loro e non a Zurigo dove si sta svolgendo il congresso”. Blatter è stato ancora più chiaro:” Sono qui e continuerò a fare il mio lavoro”. Tra sei giorni , in occasione della finale della Champions, che si svolgerà a Berlino sabato prossimo, si riunirà il comitato esecutivo dell’Uefa e, in quella sede, potrebbe scatenarsi una vera battaglia con scelte drastiche. Non a caso Platini ha dichiarato:” Io sono il rappresentante dell’Uefa e il 6 giugno ci incontreremo a Berlino. Ci saranno delle discussioni tra noi e vedremo cosa fare. Vado a questo appuntamento con animo sereno”. Appare ovvio dedurre che Platini parlerà con chiarezza a Blatter ma non farà nulla per fare a pezzi l’organismo  che governa il calcio. Così come va rammentato a tutti gli esponenti dell’Uefa che lo sport unisce i popoli e non li divide e che il presunto tentativo di boicottare il Campionato del Mondo previsto a Mosca nel 2018, così come vorrebbero americani e inglesi, non può trovare alcuna giustificazione. Lo sport non deve avere nulla a che vedere con le strategie politiche ma deve rimanere quel forte segnale di fratellanza tra tutti i popoli della Terra. Chi è accusato di aver preso tangenti paghi le sue colpe ma solo con sentenza dei magistrati e le accuse siano provate: i processi in piazza o sui media rammentano solo tempi molto antichi oggi assolutamente impensabili.

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