Charlevoix – Trump lascia il G.7. Bene il premier Conte

Il Presidente Trump ha lasciato il G7 per volare a Singapore dove incontrerà, il dittatore Nord Coreano Kim . Un. Ha partecipato alla prima sessione dei lavori sull’eguaglianza di genere. Salterà, manco a dirlo che si tratta di una coincidenza non voluta, la discussione su Ambiente e Cambiamenti climatici, condannati, da Papa Francesco, perchè colpiscono le popolazioni più povere della Terra. Trump non firmerà nemmeno il documento finale del G.7: il più teso dal suo avvento. Ma il Presidente Usa non si nasconde dietro un dito ed infatti ha dichiarato:” Gli Usa sono stati trattati ingiustamente sul commercio, io non do la colpa agli al tri, ma la do, ai nostri leader, che hanno governato precedentemente. Abbiamo perso 817 miliardi di dollari, un fatto ridicolo e inaccettabile. Il commercio – ha proseguito Trump – dovrebbe essere libero da tariffe, bandiere e sussidi ma i dazi devono cadere per tutti. Il vertice G.7 è ripreso in un clima pesante e non è stato il migliore per il premier Conte, accademico e senza alcuna conoscenza, del mondo politico nazionale e in ternazionale. Comunque, secondo la stampa internazionale, il premier italiano se l’è cavata bene sia negli incontri bilaterali con i leader degli Stati Uniti, Ue, Canada, Germania e Francia. Si è trovato d’accordo con Trump per aprire la porta del G.8 a Mosca ed è stato invitato, alla Casa Bianca, per una visita non ufficiale. Tutti i Capi di Stato e di governo erano curiosi di conoscere un giurista ed accademico premier, di una coalizione che a livello europeo viene considerata “populista”. Gli interventi di Conte sono stati, attenti e misurati,  ha evitato frizioni con gli Usa e l’Ue ma ha enumerato i vari problemi che l’Italia deve affrontare dai migranti agli investimenti per creare lavoro. La strategia sembra tracciata. Sì alla Nato ma per interventi in un teatro di maggiore interesse dell’Italia: il Mediterraneo. Sì alla Nato ma che guardi più ai pericoli che vengono da Sud che da Est. Sì convinto all’Ue purchè consenta di liberare risorse economiche, da aggiungere a quelle nazionali, per sviluppo e occupazione. Sì ad aperture alla Russia, nonostante lo stop di Tusk e Juncker impegnati nel rispetto delle decisioni Ue. Voto sufficiente, al momento, per il premier Conte: il resto delle pagine, del suo libro in politica, si deve scrivere giorno dopo giorno.

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