Firenze – Il batterio New Delhi ha ucciso 30 persone. E’ solo in Toscana?

L’aggiornamento sulla evoluzione dell’infezione dal batterio New Delhi, è stata fornita dall’Agenzia regionale della Sanità toscana, che ha il compito di monitorare la situazione. Il dato di oggi è che tra novembre 2028, al 31 agosto 2019 i morti sono stati 30 su 75 pazienti nei quali, il batterio, è stato isolato nel sangue. I casi letali – viene precisato – è una percentuali paragonabile alla letalità causata, da altri batteri, resistenti agli antibiotici. La ricerca attiva dei batteri Ndm riguarda i pazienti, generalmente meno resistenti al batterio, come gli immuni depressi o che sono ricoverati  in reparti come: Terapia Intensiva e sub Intensiva, Oncologia, Onco – Ematologia, Trapianti, Cardiochirurgia, Malattie Infettive, Area Medica, e Riabilitazione. L’assessorato regionale alla Salute ha costituito, 5 mesi fa un’unità di crisi che, tramite screening attivo, provvede a controllare gli schemi terapeutici per il trattamento delle infezioni dai batteri Ndm. In Toscana, la Sanità pubblica è mobilitata per tentare di bloccare l’infezione, da batterio New Delhi ma c’è da chiedersi se questa infezione è limitata solo alla Toscana o è presente anche in altre regioni. E se non è il caso – ma questo deve deciderlo l’Istituto Superiore di Sanità di concerto con il ministro alla Salute –  di procedere ad un monitoraggio anche in altre regioni. Nel terzo millennio, caratterizzato da spostamenti sempre più rapidi della popolazione, una misura, assolutamente cautelare, sembrerebbe più che opportuna. La popolazione, si sente protetta quando sa tutto e conosce anche le decisioni prese, come in questo caso, a livello nazionale. Su questa infezione, la Regione Toscana si sta muovendo certamente bene, ma il problema sta nel sapere se è sufficiente quanto deciso fino ad oggi

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