Milano – Salvini 10 proposte sul Covid – 19 per Conte. Contributo opposizione

La Lega sta preparando, con i suoi esperti, un decalogo, per far fronte al coronavirus che ha gettato lo scompiglio nel mondo e, particolarmente in alcuni Paesi, tra questi l’Italia.  Questa è la verità: nessuno si sente più al sicuro anche se lontanissimo, dalle due zone dove sono stati scoperti i focolai e sono scattate le cinture sanitarie. Una è a Vò, zona delle Alpi Euganee e l’altra e nel basso lodigiano. Due zone sigillate da dove non si esce e non si entra. Per ogni necessità degli abitanti, dal cibo ai prodotti medicinali, ci pensano i carabinieri. Un decalogo quello della Lega per dimostrare che, nel momento dell’emergenza, l’Italia non è divisa tra maggioranza ed opposizione. Salvini, nell’annunciare che il lavoro è quasi ultimato, non ha mancato di alimentare, la sua polemica con la maggioranza. Ha precisato che il documento lo porterà, lui direttamente al Premier Conte e che spera, non venga messo…in quarantena. Inoltre il leader della Lega ha affrontato l’ammontare dei danni che l’Italia subirà da questa epidemia. Il governo ha stanziato 20 milioni per le necessità immediate, Salvini fa ascendere il danno complessivo, che l’Italia sta subendo e che si protrarrà nel tempo, almeno a 10 miliardi, cominciando dall’agricoltura per finire al turismo, per le “disdette che fioccano come la neve in montagna”. Il leader leghista ha tenuto la conferenza stampa, con tutto il suo stato maggiore,  per fare il punto della situazione e mettere in evidenza che, le Regioni hanno ben operato, nel settore sanità, là dove il governo centrale, se ha sbagliato dovrà pagare un prezzo politico, pesantissimo. La dimostrazione che tra Regioni del Nord e governo centrale c’è una totale differenza di valutazione, su questo  Covid – 19, è la presa di posizione del Governatore Fontana. Il vertice del governo lombardo, nel fare il punto della situazione, ha sostenuto che la sanità della sua regione ha agito, come sempre, al massimo delle sue competenze, riconosciute tali in tutto il mondo e che, questa epidemia di coronavirus, è poco più di un’influenza: la guarigione avviene per il 98% dei casi e la mortalità riguardano, soggetti già minati nella loro salute, da altre patologie.  Il governatore della Lombardia ha difeso, a spada tratta il lavoro svolto nella sua Regione, con rara preparazione e abnegazione. “Ci sono medici – ha affermato Fontana –  che non tornano a casa, restano in ospedale e si riposano quel pò c he possono per ricominciare senza badare, unitamente al personale infermieristico, ad orari o turni di riposo.  Comunque il governo centrale, come ha annunciato il Premier Conte, dopo l’incontro con gli amministratori regionali, invierà le linee guida di un programma sanitario, che tutti dovranno seguire. Un punto molto delicato in quanto i governatori, sono strenui difensori dell’autonomia, prevista dalla Costituzione. Il problema c’è: questa autonomia è valida anche in casi di emergenza come l’epidemia? Si spera non si giunga ad uno scontro su un argomento così delicato: ognuno faccia la sua parte e, maggioranza ed opposizione, senza confusione di ruoli lavori almeno, in queste situazioni, soltanto in favore degli italiani.

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