Ostia – Giornalista minacciato di morte dove lo Stato manca da decenni

Dove lo Stato non c’è stato, per ragioni ignote, per decenni può accadere il peggio del peggio. Ad Ostia è stato minacciato di morte, il giornalista Rai, Federico Ruffo, per un servizio che aveva realizzato per la trasmissione Reporter, su presunti affari tra alcuni dirigenti della Juventus, ultrà e ‘ndrangheta. Come risulta, dalla denuncia presentata ai carabinieri di Ostia Antica, da Ruffo, due notti fa la minaccia di morte. Ignoti hanno disegnato, sul muro accanto alla porta dell’appartamento dove abita il giornalista, una croce con vernice rossa e versato liquido infiammabile , in più punti, lungo il perimetro dell’appartamento. Ecco cosa accade, in tutte quelle aree dove lo Stato non è esistito, per tantissimo tempo, anche nelle vicinanze di Roma. Non si può accettare che  c’è chi debba che subire minacce di morte, ne sa qualcosa chi scrive, per un servizio che mette in evidenza elementi gravi che, dovevano essere scoperti e perseguiti, dagli uomini delle istituzioni. Questa minaccia di morte giunge, manco a dirlo, in un momento in cui i giornalisti in generale, sono accusati di distorcere la verità, di fare favori a questo, o quell’altro politico, o di alimentare l’opposizione al governo in carica. Questa minaccia giunge quando durante la trasmissione domenicale di Annunziata, sui Rai tre, la conduttrice sente il dovere di domandare, al ministro per la Giustizia:” Sono pennivendola o… puttana”. Suvvia nessuno può scherzare con le parole, specialmente se dette da uomini delle istituzioni. Nessuno può minare, la libertà stampa, dopo di che c’è soltanto il bavaglio  e la dittatura. Ministri del governo e responsabili di partito, hanno tutto il diritto di denunciare giornalisti che negano la verità o la distorcono, per favorire amici o partiti politici amici. Le armi ci sono: le utilizzino, senza gettare discredito su una categoria, già in pesanti difficoltà per altre motivazioni. Così come, se ci sono editori di quotidiani o settimanali, che fanno pubblicare notizie non vere, facciano i nomi e utilizzino, la magistratura.  Quello che i politici non possono fare è incoraggiare chi picchia, minaccia, impedisce il lavoro, sempre più difficile dei giornalisti. Questo errore storico, si ripete ogni qual volta, viene messa alle corde la democrazia che vive grazie alla stampa libera e pluralista.

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