Roma- Morti 6077, guariti 7.452, contagiati 50.418. Dati migliori di poco.

Il Capo del Dipartimento Protezione civile Borrelli, durante l’incontro con i cronisti, ha fatto il solito punto della situazione sull’andamento della Pandemia nel nostro Paese. i decessi, da coronavirus nel totale sono stati 6077 e nelle ultime 24 ore 602, cioè in leggero calo nelle ultime 24 ore. I guariti 7.452 cioè 408 in più di ieri. Nel totale i positivi sono 50.418  se ne sono aggiunti 3.280 così dislocati: 26.522 in isolamento domiciliare, 20.692 ricoverati  in quanto presentano sintomi evidenti del Covid – 19  e 3.204 in terapia intensiva. Per  il secondo giorno, le autorità sanitarie, notano una leggera flessione nel numero delle vittime. Un prezzo elevatissimo è stato pagato dai medici e personale operativo nei reparti ospedalieri dove sono a contatto diretto con i pazienti. I morti sono stati 24 e, fatte rare eccezioni, tutti i sanitari e  quello infermieristico, anche davanti a turni massacranti e conseguenti distrazioni dovuti alla stanchezza, che posso no costare la vita, sono rari trovare chi ha fatto un passo indietro. Intanto si stanno attivando i rinforzi per consentire turni di riposo a chi è in trincea sin dall’inizio di questo flagello. Oltre ai medici italiani, a momento 300 ai quali se ne aggiungeranno altri, sono giunti i cinesi e i cubani che si occuperanno dell’ospedale da campo nel piazzale antistante l’ospedale di Bergamo. E prosegue l’invio di materiale sanitario e postazioni di terapia intensiva dalla Cina e Russia, Una gara di solidarietà nei confronti del nostro Paese quale dimostrazione dei buoni rapporti che sono stati coltivati, da tutti i governi che si sono succeduti, nell’epoca repubblicana. Gli aerei che giungono con materiali preziosi sia per i pazienti colpiti dal coronavirus e sia per il personale, nonchè per gli stessi cittadini sono continui così come proseguirà l’invio di personale specializzato, per questo tipo di pazienti, per tentare di salvare la vita a quanti sono stati contagiati. Sranno utilizzati i droni per controllare il rispetto delle norme per chi le viola, incurante dei pericoli per se e gli altri.

Roma – Oms:”La Pandemia accelera”. Necessaria la condivisione di tutti: siamo in guerra

La realtà della Pandemia non viene dai governanti, dei vari Paesi, che cercano di conciliare l’economia della varie realtà a quella di un’infezione che uccide. Oggi il direttore generale dell’Oms  Ghebreyesus è stato chiarissimo: “La Pandemia sta accelerando. Ci sono voluti 100 giorni, per arrivare a denunciare il coronavirus, la prima segnalazione di quota 100.000, poi sono passati solo 11 giorni per la seconda segnalazione per 200.000 ed ora solo 4 giorni per raggiungere i 300.000. Questa è la verità, detta da un organismo che non è politico ma che  segue, tutti i fenomeni anomali, che si verificano nel mondo, e che hanno diffusione a livello planetario con possibili gravi conseguenze sulla vita degli uomini. I governi, per assumere ogni decisione devono tenere presente questa realtà e non possono decidere, senza il contributo determinante dell’Oms e, del Consiglio Superiore della Sanità, quali sono le aziende che possono continuare a produrre, in condizioni di sicurezza e che sono indispensabili, per alimentare il motore del Paese perchè rallenti, ma non si blocchi. In Italia identificata dall’unico uomo che appare in televisione, anche a reti unificate, con edizioni straordinarie, il Premier Giuseppe Conte. Le attività, che dovrebbero continuare a produrre, sono le filiere alimentare, medica e professionale. Certo è la più grave crisi che riguarda il Paese dopo l’ultimo conflitto mondiale, ma proprio per questo il DL, in una democrazia compiuta, non la può formulare solo chi governa ma deve vedere il concorso, e perchè no, la condivisione, di tutte le forze politiche presenti in parlamento, delle organizzazioni sindacali dal momento che si tratta di scelte, che  riguardano la salvaguardia della vita delle persone. La politica, la maggioranza di governo, gli interessi degli industriali e dei sindacati, giunti a questo punto, non sono più gli elementi portanti per le decisioni finali, ma solo “variabili “da discutere alla ricerca di un denominatore comune: nessuno deve rischiare la vita per salvare, o ridurre al minimo, le successive inevitabili crisi economiche. Certo, dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Unione Europea all’Economia russa, che subirà comunqu,e delle conseguenze, terminata la Pandemia si dovranno fare i conti con situazioni completamente diverse, da quelle precedenti a questo flagello. In Italia i sindacati sono sul piede di guerra e minacciano, se non ascoltati, uno sciopero generale devastante peraltro devastante, ma non è nemmeno pensabile di costringere lavoratori a produrre, comunque, anche se rischiano la vita. Va ascoltato anche il presidente di Confindustria Boccia che, conti alla mano annuncia che, applicando la ” scrematura industriale” fallirà il 70% delle attività e dimostra, conti alla mano, che  ha ragione nel sostenere la sua ipotesi abbastanza: si tratta del crollo del PIl per mese ed anno. Le scelte non possono essere solo basate sull’economia ma sulla sicurezza di salvaguardare, la vita dei lavoratori, dove possono produrre compatibilmente con il pericolo del Covid che uccide. Questo è il grande salto di qualità che tutti siamo chiamati a fare: vale più l’economia di uno Stato che dovrà rialzarsi o la vita dei lavoratori da salvaguardare, come si sta facendo per i colletti bianchi. Il Presidente Mattarella che ha dimostrato tanta saggezza, in ogni passaggio difficile, ha accolto la richiesta del centrodestra di discutere con il governo, proposte, idee e modelli che hanno da esprimere, per verificare una collaborazione, senza bandiere, come avviene sempre in caso di  guerra. Così come dai sindacati sono giunti segnali ben precisi al governo e al Paese: discutiamo non del Pil ma del lavoro sicuro, in quei settori dove l’impegno di chi opera, deve essere  protetto da sistemi sanitari certi e garantiti.

Roma – Resistere in casa si deve. C’è chi rischia la vita per noi o cerca l’arma anti Covid -19

Dobbiamo resistere, dobbiamo restare in casa, basta che può uscire uno della famiglia, per cibo e medicinali, oppure se si tratta di anziani soli, senza figli e nipoti o amici, si possono chiamare supermercati o negozianti dove si fa di solito la spesa e farsela portare a casa. Inoltre, se la coppia anziana ha bisogno di farmaci, può telefonare al medico di famiglia, farsi mandare il numero delle ricette e al resto, ci pensano i volontari o la croce rossa e persino cooperative di giovani che, si sono organizzati per aiutare, chi ha necessità. Quello che si può affermare è che c’è tanta solidarietà che sta venendo, man mano fuori e che fa parte di quella gioventù, spesso descritta, come bulli o con problemi di dipendenza, non è affatto così. Esiste una gioventù  mai messa n evidenza che si sta dimostrando molto migliore di quella che viene descritta o immaginata, semmai per un solo episodio negativo. Lo stesso discorso vale per parenti ed amici, disposti a prendere per telefono la lista della spesa e quella dei farmaci, poggiare quanto richiesto nel “cestino” attaccato ad una corda ( classico a Napoli ) e il problema risolto. La nostra vita di oggi è condizionata, ma il Covid – 19, in attesa che si trovi il vaccino o, un antidoto capace di neutralizzarlo, può colpire non solo chi esce ma anche  la famiglia una volta rientrati infettati. E’ un pericolo troppo grande che va evitato quanto più possibile. Le soluzioni non mancano a vanno cercate con un pò di pazienza. Il tempo in casa può passare in tanti modi: dalla lettura alla chiacchierata con figli e moglie, in tempi di “vita normale” difficile a trovare. Basta pensarci un momento per comprendere quante volte, ciascuno di noi, ha trascurato di affrontare un problema, non ha avuto tempo, per dialogare con la moglie o con i figli, impegnati come lo sono quasi tutti, in una vita vorticosa, che finisce per occupare, spazi di tempo tanto utili perchè la famiglia, venga seguita, come dovrebbe essere. Quanti in questi giorni di ” arresti domiciliari” si è reso conto che non aveva messo a posto tante fotografie, con data e relativa circostanza. Quante volte abbiamo detto a nostro figlio o figlia:” Scusami vado di corsa. Mi fermo solo se è una cosa molto importante”. Per sentirsi rispondere:” No papà scusa ne parliamo un’altra volta” che poi non c’è stata più. Da quanto tempo, non abbiamo preso un libro in mano, per una salutare lettura che va ben oltre al pensiero fisso:” Ma quanto tempo ci vorrà per sconfiggere questo virus”. Un pensiero dominante che va scacciato perchè potrebbe finire per condizionarci mentalmente. E poi ora ci sono i cellulari che ci consentono, conversazioni in video, così come è possibile con il computer, ormai presente in ogni casa. Resistere non significa, guardare il soffitto. Resistere può essere di scrivere, una bella lettera, ad un parente o un amico trascurato. E per i credenti aver il  tempo per pregare e dire il rosario. Per non parlare della cucina, un luogo che va scoperto per quanti si sono  seduti  a tavola per degustare il cucinato. E non può mancare, nemmeno il tempo, per sistemare il garage di casa, una incombenza sempre rimandata o per curare le piante, in casa, sui balconi o finestre. Il tempo vola! Certo la differenza c’è: dal lavoro, alla passeggiata all’aria aperta, all’incontro, sia pure casuale con amici e conoscenti, all’acquisto di quello che si ritiene necessario. Ma c’è una guerra in atto tra scienziati, ricercatori e analisti per sconfiggere un nemico temibile, invisibile e sempre in agguato. Non lo conosce nessuno e potrebbe persino essere mutato, da quello identificato. Una sola considerazione per chiudere. Fino al secolo scorso i nostri nonni e padri venivano mandati in guerra, da dove in tantissimi, non sono più tornati morti giovanissimi per quello che era stato deciso dai rispettivi governi. In questo secolo i sanitari ci dicono aiutateci a salvarvi. in trincea ci siamo noi. Voi state in poltrona, con la vostra famiglia, tocca a noi vincere, ammalarci o morire al vostro posto: una differenza sostanziale che in questi giorni ci deve far pensare molto. Non farlo sarebbe una grave offesa a chi è in trincea ed il nostro pensiero negativo, molto stupido.