Roma – Resistere in casa si deve. C’è chi rischia la vita per noi o cerca l’arma anti Covid -19

Dobbiamo resistere, dobbiamo restare in casa, basta che può uscire uno della famiglia, per cibo e medicinali, oppure se si tratta di anziani soli, senza figli e nipoti o amici, si possono chiamare supermercati o negozianti dove si fa di solito la spesa e farsela portare a casa. Inoltre, se la coppia anziana ha bisogno di farmaci, può telefonare al medico di famiglia, farsi mandare il numero delle ricette e al resto, ci pensano i volontari o la croce rossa e persino cooperative di giovani che, si sono organizzati per aiutare, chi ha necessità. Quello che si può affermare è che c’è tanta solidarietà che sta venendo, man mano fuori e che fa parte di quella gioventù, spesso descritta, come bulli o con problemi di dipendenza, non è affatto così. Esiste una gioventù  mai messa n evidenza che si sta dimostrando molto migliore di quella che viene descritta o immaginata, semmai per un solo episodio negativo. Lo stesso discorso vale per parenti ed amici, disposti a prendere per telefono la lista della spesa e quella dei farmaci, poggiare quanto richiesto nel “cestino” attaccato ad una corda ( classico a Napoli ) e il problema risolto. La nostra vita di oggi è condizionata, ma il Covid – 19, in attesa che si trovi il vaccino o, un antidoto capace di neutralizzarlo, può colpire non solo chi esce ma anche  la famiglia una volta rientrati infettati. E’ un pericolo troppo grande che va evitato quanto più possibile. Le soluzioni non mancano a vanno cercate con un pò di pazienza. Il tempo in casa può passare in tanti modi: dalla lettura alla chiacchierata con figli e moglie, in tempi di “vita normale” difficile a trovare. Basta pensarci un momento per comprendere quante volte, ciascuno di noi, ha trascurato di affrontare un problema, non ha avuto tempo, per dialogare con la moglie o con i figli, impegnati come lo sono quasi tutti, in una vita vorticosa, che finisce per occupare, spazi di tempo tanto utili perchè la famiglia, venga seguita, come dovrebbe essere. Quanti in questi giorni di ” arresti domiciliari” si è reso conto che non aveva messo a posto tante fotografie, con data e relativa circostanza. Quante volte abbiamo detto a nostro figlio o figlia:” Scusami vado di corsa. Mi fermo solo se è una cosa molto importante”. Per sentirsi rispondere:” No papà scusa ne parliamo un’altra volta” che poi non c’è stata più. Da quanto tempo, non abbiamo preso un libro in mano, per una salutare lettura che va ben oltre al pensiero fisso:” Ma quanto tempo ci vorrà per sconfiggere questo virus”. Un pensiero dominante che va scacciato perchè potrebbe finire per condizionarci mentalmente. E poi ora ci sono i cellulari che ci consentono, conversazioni in video, così come è possibile con il computer, ormai presente in ogni casa. Resistere non significa, guardare il soffitto. Resistere può essere di scrivere, una bella lettera, ad un parente o un amico trascurato. E per i credenti aver il  tempo per pregare e dire il rosario. Per non parlare della cucina, un luogo che va scoperto per quanti si sono  seduti  a tavola per degustare il cucinato. E non può mancare, nemmeno il tempo, per sistemare il garage di casa, una incombenza sempre rimandata o per curare le piante, in casa, sui balconi o finestre. Il tempo vola! Certo la differenza c’è: dal lavoro, alla passeggiata all’aria aperta, all’incontro, sia pure casuale con amici e conoscenti, all’acquisto di quello che si ritiene necessario. Ma c’è una guerra in atto tra scienziati, ricercatori e analisti per sconfiggere un nemico temibile, invisibile e sempre in agguato. Non lo conosce nessuno e potrebbe persino essere mutato, da quello identificato. Una sola considerazione per chiudere. Fino al secolo scorso i nostri nonni e padri venivano mandati in guerra, da dove in tantissimi, non sono più tornati morti giovanissimi per quello che era stato deciso dai rispettivi governi. In questo secolo i sanitari ci dicono aiutateci a salvarvi. in trincea ci siamo noi. Voi state in poltrona, con la vostra famiglia, tocca a noi vincere, ammalarci o morire al vostro posto: una differenza sostanziale che in questi giorni ci deve far pensare molto. Non farlo sarebbe una grave offesa a chi è in trincea ed il nostro pensiero negativo, molto stupido.

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