Roma – L’Unione che non c’è. E’ bastata la guerra ad un virus per divisioni e offese

Era inevitabile ed è necessario non sbagliare per non aiutare il coronavirus ad allungare la lista dei morti. Gli industriali, soprattutto del Nord: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna premono per una riapertura delle fabbriche, comprese le medie e le piccole, nonchè l’artigianato. In quella zona si produce quasi il 50% del Pil nazionale, ed ogni giorno di fermo costa 47 miliardi. Gli industriali sono convinti che, con tutte le precauzione, salvaguardando le salute maestranze, quello che propongono è possibile di riaprire gli stabilimenti, sin da martedì dopo il lunedì dell’Angelo. Di parere contrario gli scienziati che ritengono impossibile ripartire, con le produzioni subito, perchè  in circolazione ci sono troppi contagiati e portatori sani, che possono determinare, un salto indietro nella lotta contro il coronavirus, e tornare, se non al punto di partenza, quasi. Questa possibilità concreta non è frutto soltanto della valutazione dell’Istituto superiore di sanità ma anche dell’Oms che condivide pienamente i ” consigli” forniti, al governo Conte, dagli scienziati italiani. Ma chi deve prendere decisioni, così rilevanti, è il governo che per fare i primi passi, per ragioni di opportunità, ascolterà i sindacati. Il momento è molto complicato, dal momento che l’esecutivo Pd, M5S, LeU,  si trova a combattere, un’altra battaglia, in Europa dove L’Olanda, che crediamo fortemente non sia sola, ancora questa mattina, con il suo Parlamento, ha ripetuto no agli eurobond, sui quali puntano invece Italia e Francia. Bond necessari per ottenere denaro fresco per un’economia, già difficile e che si è aggravata notevolmente per la ” guerra” al Covid – 19. Un governo, tra l’altro che ha tracciato una linea di demarcazione, tra maggioranza ed opposizione, commettendo un errore storico che  in questo momento non doveva avvenire. Non era stato un caso, l’intervento del Presidente Mattarella che aveva rammentato a tutti, l’Italia del dopoguerra:” tutti insieme per la rinascita del Paese”. Ma la coalizione di governo ha scelto un’altra strada ed ha detto no ai suggerimenti, di Lega, FdI e FI, motivazioni sembrano siano, più ideologiche che sulla loro bontà. Così il governo ora è solo e non otterrà il voto dell’opposizione, così come avrebbe voluto il Capo dello Stato che, va ricordato non si occupa di politica, ma non vede spazi a controversie tra forze con diverse ideologie, senza arrecare danni al Paese,  in questi frangenti. Cosa accadrà è un grande punto interrogativo anche quando il Premier, rivolto all’Unione Europea minaccia:” Se non ci ascoltate faremo da soli” per poi parlare di… “vigliaccheria”.  Il clima si appesantisce. Die  Welt, ha scritto nel parlare di eurobond” Soldi alla mafia mai”. Pronta risposta del ministro agli Esteri Di Maio alla cancelliera Merkel:” Inaccettabile quanto scritto dal quotidiano tedesco: lei si dissoci”. Aggiungerei una mia risposta,:” Noi in una Unione con,  figli e nipoti di un popolo responsabile collettivamente dello sterminio degli ebrei? Mai e poi mai! E’ un popolo marcato a fuoco per tutte le generazioni: passate presenti e future” . Se questo è lo spirito della cosiddetta, Unione Europea, forse  è meglio cominciare a pensare ad un “rompete le righe” e, mettere fine ad un sogno che sta svanendo, davanti ad un vero problema epocale: far fronte comune, anche economicamente, ad un nemico mortale che non conosce frontiere: il coronavirus.

Bruxelles:” Olanda:”No eurobond e MES”. Roma – Borrelli:” Dati migliori ma troppi decessi”

Mentre a Bruxelles si cerca di convincere l’Olanda, che si oppone decisamente, non solo agli eurobond ma vuole appesantire anche il MES, aumentando le condizioni per concedere fondi:” Devono aggiungersi – ha detto il ministro alle Finanze del Paese dei tulipani – anche condizioni macroeconomiche riguardanti le riforme e il ritorno all’equilibrio finanziario”. Il ministro francese ha fatto notare, dopo 16 ore di lavoro, che con queste aggiunte non si tengono, in alcun conto, le grandi difficoltà determinate dal coronavirus cioè, da una crisi che ha sconvolto i bilanci degli Stati, anche europei, ma si va molto al di là”. La posizione olandese sembra irremovibile ed a nulla, sono serviti gli interventi del Premier italiano  che ha parlato di “…un’Europa, in grado di fare gioco di squadra per chi crede un’Unione unita, forte e solidale all’altezza della sua storia”. Parole al vento! Per gli olandesi, che hanno bloccato ogni tentativo di varare un provvedimento condiviso che si facesse carico della guerra in atto contro un virus sconosciuto, ancora per un pò. C’è stata anche, una discreta ma continua pressione, del ministro dell’Economia Gualtieri ed anche dell’erocommissario Gentiloni. Nulla da fare: il ministro olandese non ha cambiato posizione. Macron ne ha parlato con la cancelliera Merkel che, non ha nessuna intenzione almeno palese, di esercitare eccessive pressioni sull’Olanda, unico Stato, che si è messo di traverso, su ogni accordo caldeggiato, dagli altri Stati. Lo stesso ministro tedesco alle Finanze, Olaf Schoiz, ha dichiarato:” Spero che si raggiunga un accordo nella riunione di domani”. In Italia, il Capo della Protezione civile Borrelli ha fatto il consueto  punto della situazione. Confermata la diminuzione dell’infezione da coronavirus.  I positivi sono 94.067 solo 880 in più nelle ultime 24 ore. L’incremento più basso dal 10 marzo scorso. 105 sono stati trasferiti in terapia intensiva, dove in tutto ne sono ricoverati 3.692. E 28.218  trasferiti  all’isolamento domiciliare. Purtroppo i decessi, sono ancora tanti in 24 ore: ben 604 ma questa vicenda è legata alla tante RSA e ad istituzioni private, almeno così sembra dalle notizie che filtrano. I guariti 24.392 e da ieri ad oggi 1555 in più. Borrelli ha anche comunicato che la somma giunta, alla Protezione civile ammonta a 110 milioni e 155 mila euro. Sta intanto aumentando la pressione, da parte degli industriali grandi e piccoli, sul governo che non avrebbe intenzione di dare il via libera far tornare al lavoro le maestranze subito dopo Pasqua: potrebbe essere presto ed un via libera anche per il 1° maggio. Comunque, il governo attende ed attende indicazioni,, dall’ISS per verificare quello che è possibile autorizzare o meno. Il commissario alla Sanità. Arcuri aveva detto solo 24 ore fa:” non è il momento del libera tutti, rischiamo di riprecipitare nel baratro del coronavirus”. Ma gli industriali, e non solo loro, premono:” O si riparte o i motori spenti per troppo tempo, non ripartiranno più”. Il problema che hanno e far fronte alle ordinazioni interne, esportazioni e alle richieste di mercati che potrebbero rivolgersi altrove, dove si lavora, quasi regolarmente. Un’altra grana per il governo che ha da una parte, una popolazione ristretta in casa da tempo, e che scalpita per una boccata d’aria e dall’altra la responsabilità di favorire il riaccendersi dell’infezione da Covid – 19, proprio ora che c’è una chiara curva discendente e che non pochi laboratori, confrontando i dati che hanno trovato, sembrano siano vicini a bloccare questo coronavirus che sta impegnando, molto seriamente, il mondo intero. Domani è un altro giorno.

Roma – Sarà chiesta la fiducia per “Cura Italia”. Lega, FdI e FI da collaborativi ad opposizione

E’ finito in pezzi, la raccomandazione del Capo dello Stato, Mattarella, che aveva rammentato alle forze politiche, di maggioranza ed opposizione che, quando c’è la guerra, come quella scatenata dal Covid – 19, bisogna cercare la strada della collaborazione da parte di tutti, anche per i riflessi economici negativi che si stanno palesando e che si prolungheranno negli anni successivi. La coalizione di maggioranza ha però deciso, di porre la fiducia al ” Cura Italia” in Senato. E la notizia è stata appresa, durante la conferenza dei capigruppo, dal leghista Massimiliano Romeo. Domani avrà inizio compatibilmente,  con i lavori della commissione Bilancio, la discussione del testo che impegnerà l’Aula per circa 7 ore. La fiducia dovrebbe essere chiesta intorno alle 10 e la chiama iniziare alle 12,45, come da regolamento. Le dichiarazioni di voto saranno trasmesse in diretta televisiva. La maggioranza, tenterà di rispettare la tabella di marcia elaborata dal capigruppo, tanto da far iniziare l’esame in Aula già da domani. La minoranza, Lega, FdI e FI, si era impegnata a non far ostruzionismo sul provvedimento, ma una volta che la coalizione, Pd, M5S e LeU, ha fatto la scelta di porre la fiducia, appare più che evidente che non ci sono i presupposti per una collaborazione, auspicata dal Presidente della Repubblica, ben sapendo la gravità della situazione. Il leghista Romeo non ha dubbi:” Il governo porrà la fiducia a Palazzo Madama sul “Cura Italia” e di conseguenza l’opposizione riprenderà la sua libertà d’azione. Persino il vice presidente di Forza Italia, il moderato Tajani, dalla lunga esperienza nelle Aule parlamentari italiane ed europee, ha dichiarato:” voteremo no al provvedimento che sarà proposto”. E’ un errore politico strategico perchè gli italiani, dovranno affrontare un periodo difficilissimo che durerà un tempo indefinibile in economia, per l’infezione del Covid – 19. E, come è sempre accaduto durante, fasi estremamente complicate che uno Stato deve affrontare, l’unità di tutte le forze politiche, sindacali è datoriali, è un fattore indispensabile per coinvolgere, anche il popolo, a seguire l’esempio che viene dato  dalle forze che hanno votato e di cui si fidano. Questa strada, presa dalla maggioranza, appare incomprensibile anche se Conte e &, avranno raggiunto accordi, con singoli o associati senatori del gruppo misto, per garantirsi il via libera al ” Cura Italia”. Ma il punto non è questo. Ci sarà quella consistente parte degli italiani scontenti, a torto o a ragione, così com accadrà, per le forze sociali in allerta, per la disoccupazione prevista in aumento, per i fallimenti che non mancheranno. Una collaborazione di tutte le forze politiche avrebbe evitato che quell’opposizione, una volta tornata tale, avrà la libertà di mettere in evidenza gli errori che la maggioranza  poteva  evitare e potrà “soffiare a volontà sul malcontento”  già presente oggi e che domani è destinato ad aumentare. Una frattura, tra tutte le forze presenti in Parlamento andava evitata ad ogni costo. Non sappiamo se sarà possibile una ricucitura in ” zona cesarini” ma spaccare il popolo proprio ora, davanti ad una ” guerra epocale” è un errore che ricadrà su chiunque l’ha caldeggiato e commesso.