Roma – 553 sì riducono i parlamentari da 951 a 600. Go alla nuova politica

I deputati hanno firmato una cambiale in banco, alla maggioranza che governa il Paese: 553 sì, cioè gli onorevoli di tutti i partiti hanno detto, sì, ala terza lettura della Legge costituzionale che dimi nuisce i deputati  da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Una riforma richiesta più volte, dal popolo, ma senza esito. Ogni tentativo è stato sempre bloccato da chi non voleva correre rischi di perdere una comoda poltrona, tra l’altro ben remunerata. Questa volta dal M5S a Forza Italia, dal Pd alla Lega hanno votato tutti sì, meno + Europa che, intravede per la quantità di voti necessari per essere eletti, di finire fuori dal Parlamento. Per questo, si può parlare di cambiare in bianco, in quanto ora questa legge approvata, con gli applausi dai deputati, particolarmente dai 5S, se non accompagnata, da una serie di regolamenti attuativi e dal ridisegnare i collegi elettorali, almeno sei regioni, rischiano di non avere rappresentanti in Senato. Nuove regole che non possono essere scritte solo dai partiti di governo ma, come avvenne per la Costituzione, il testo fu studiato e votato dalle forze politiche dell’epoca e, soprattutto da quelle più forti: democristiani e comunisti. Gli interventi a giustificazione dei “tre no precedenti” del Pd , alla riforma oggi diventati sì, lasciano il tempo che trovano. C’è stato un ripensamento, oppure ci sarà stata una trattativa, con i 5 stelle per ” compensazioni” politiche, come è sempre accaduto e come accadrà in futuro. Così come gli altri interventi, non tutti fatti dai leader delle forze politiche presenti alla Camera, affidati a peones che hanno letto i testi scritti in precedenza. L’Italia ha fatto un salto di qualità. Direi di sì se si considera che, prima della riforma costituzionale diventata legge oggi, i parlamentari erano 951, un numero enorme che poneva la nostra Nazione, subito dopo il Regno Unito, che ne conta 1.449 al top in Europa. Così come l’attuale Parlamento è blindato fino alla fine della legislatura, come abbiamo sostenuto anche in precedenza. Con il “sì” espresso oggi non ci sarà parlamentare deputati  disposto allo scioglimento delle Camere prima della fine naturale della legislatura. Potranno cambiare maggioranze con lo spostamento di parlamentari da una forza all’altra, o andare ad un governo di unità nazionale,( si fa per dire), ma chi oggi occupa un seggio al Senato o alla Camera, difenderà la sua posizione, fino all’ultimo giorno, prima delle elezioni a cadenza naturale. Cosa a accadrà da oggi in poi? E’ facile prevederlo lapolitica si farà più incisiva nel tentativo di non far raf forzare quella tra il M5S e il Pd, partiti alternativi. Anche se le attuali forze in campo non offrono altre soluzioni praticabili. Staremo a vedere se ci saranno nuove aggregazioni o tanti trsaferimenti certo è che la politica da oggi deve imboccare la via per nuovi modelli tutti da studiare.

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