Roma -Cdm per danni maltempo in 10 regioni. Somme insufficienti

Si è concluso il Cdm straordinario , di questa sera, durato 90 minuti. Sono stati stanziati 53,5 milioni di euro per far fronte alle emergenze significate, causa maltempo, da 10 regioni e Province Autonome. Inoltre sono stati messi a disposizione altri 100 milioni, attinti dal “Fondo Esigenze indifferibili”. In totale potranno essere effettuati interventi, per 153,5 milioni, assolutamente insufficienti per i danni subiti dalle ondate di vere e proprie tempeste, di piogge torrenziali e vento, che hanno distrutto strade, servizi, alberature stradali e persino boschi distrutti, sono migliaia le piante divelte. Il premier, nel pomeriggio, durante la Question Time, aveva anticipato queste misure, subito approvate in serata. Durante l’illustrazioni dell’intervento, per far fronte alle emergenze, il premier aveva accennato anche al fatto che, nella legge di Bilancio, c’è un piano per il dissesto idrogeologico, che consentirà di spendere,  900 milioni, ma nel triennio. E’ inutile sottolinearlo: i danni prodotti dal maltempo, sono nettamente superiori alle somme messe a disposizioni e se, non si eseguono tempestivamente, i danni aumenteranno come è sempre accaduto. Il governo deve comprendere che prevenire significa spendere meno. Gli interventi in stato di emergenza costano sempre molto di più e, spesso, fatti anche male. Certo è questione di disponibilità ma l’esecutivo potrebbe convocare, l’Assemblea Stato – Regioni per chiedere, a queste ultime, di investire per riparare i danni subiti dal maltempo, mai come quest’anno così inclemente durante l’autunno. Bisogna fare i conti con il cambiamento climatico che ormai è una realtà e, se lo Stato non ha tutte le risorse, le Regioni possono essere chiamate a collaborare. In verità non basteranno investimenti nemmeno per 3 o 5 anni, per mettere al sicuro gli italiani, vista la situazione di degrado di infrastrutture e ambienti naturali. Ci vorranno piani decennali, con il concorso di tutti, per tentare di affrontare un futuro meteo che non promette nulla di buono. Così come, per una Nazione che è diventata, interamente sismica, sia pure ai diversi livelli di pericolosità, appare necessaria una sorta di assicurazione, con il versamento di quote annuali, piccole ma necessarie per provvedere a ricostruzioni sicure e affidate, agli stessi proprietari, una volta che l’assicurazione, avrà staccato l’assegno, in diretta relazione, solo al danno subito. Rimandare questo problema significherà promettere, a chi subisce danni da movimenti tellurici, senza portarli a compimento per mancanza di risorse. Quote che  dovrebbero essere corrisposte da tutti anche da chi non è in zona ad alto rischio sismico.

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