Il Premier italiano Conte è rientrato dalla capitale belga, con il ministro all’Economia Tria, dopo aver trattato una soluzione possibile, per la Manovra, che potesse andare bene a Bruxelles come a Roma. Il Premier ha cambiato la richiesta del governo da 2,4% o 2,2% al solo 2,04%. una ritirata strategica, seguita costantemente dal Quirinale, per evitare che scattasse l’infrazione contro il nostro Paese, per deficit eccessivo. La mediazione di Conte è stata determinante, se si considerano le posizioni assunte dai suoi vice, Di Mao e Salvini, che hanno sparato a zero contro l’Unione Europea, la Commissione e il Presidente Juncker. E’ pur vero che Conte ha fatto coppia, con il ministro Tria, con una sponda importate come il Quirinale, dove il Presidente Mattarella, è molto preoccupato per una enunciata crisi Italia – Unione Europea, ” casa comune per sviluppo presente e futuro” come afferma, continuamente, il Capo dello Stato. Così come il Presidente ai Bilanci comunitari Moscovici non ha perso tempo per significare, ai vice Di Maio e Salvini, che la Francia può sforare il 3% Pil – deficit in quanto il rapporto debito – Pil dei francesi è indicatore nettamente diverso da quello italiano. Conte è convinto che Juncker si batterà per far passare quel 2,04% chiesto e che permette, sia pure in forma molto diluita, al M5S e alla lega, di far partire le riforme promesse agli elettori, nella campagna elettorale conclusasi, il 4 marzo scorso. Questo risultato, che non mette a repentaglio il bilancio dello Stato e i risparmi dei privati, dovrebbe indurre sia Di Maio e sia Salvini, ad essere molto attenti ad essere più ministri che capi partito.