Roma – Governo indeciso sui grandi temi. Crepe nei partiti tradizionali

Il vice premier Di Maio, alla vigilia della breve vacanza ferragostana, non ha deciso nulla su problemi importanti come l’Ilva, Tav Torino – Lione e Tap, il gasdotto sponsorizzato dal Presidente Trump, per bilanciare l’accordo Merkel – Putin, con il Nord Stream. Il ministro dello Sviluppo e Lavoro, oggi ha confermato, che sull’Ilva ci sono stati progressi ma non tali da chiudere la partita. Un rinvio che deve essere breve visto che, l’acciaieria più importante d’Europa, non può chiudere: lascerebbe sul terreno circa 20.000 lavoratori diretti e indiretti, per non aggiungere la vasta clientela italiana che dovrebbe acquistare, acciaio dalla Germa nia a prezzi diversi. Per la Tav Di Maio ha sempre mostrato scetticismo, non contrarietà, ma il M5S non nasconde che preferirebbe apportare ” modifiche”, e rallentare i tempi, per poter investire in infrastrutture molto importanti nel Mezzogiorno. Per la Tap, come detto argomento trattato dal premier Conte con Trump, il ministro Di Maio ha fatto un passo indietro, visto che il problema, lo dovrà risolvere, Giuseppe Conte e non lui. Ma questo governo ci sta abituando a rapidi cambiamenti di fronte, nel senso che ogni ministro, esterna il suo punto di vista o propone soluzioni, senza una precedente consultazione con i colleghi dell’ese cutivo. Nessuna meraviglia quindi se, l’altro vice premier Salvini, leader della Lega, propone un breve servizio militare, per uomini e femmine, e si trova con un no della ministra alla Difesa Trento, che dichiara:” Si tratta di una proposta romantica: oggi i militari devono essere dei professionisti molto preparati”. Così come, si può trovare spiazzato l’intero governo, per le spese promesse agli elettori per l’assunzione di 8000 po liziotti, o per la modifica della legge Fornero, cavallo di battaglia di Salvini. Il ministro dell’Economia Tria, non firme nulla se prima non c’è una sicura copertura finanziaria. Nessuna meraviglia nemmeno se mini stri in carica, dichiarano apertamente, che il 3% Pil – deficit è solo un coefficiente che può essere superato per rilanciare occupazione ed investimenti  nel Paese. Da due mesi a questa parte per sapere cosa accade a Roma, non basta più seguire due o tre fonti, oppure ascoltare il Premier Conte, ma è necessario sentire, ministero per ministero, vice ministri compresi, per scrivere un articolo credibile. Scrutando l’orizzonte euro peo, a partire dall’Austria, si ha l’impressione che forze tradizionali dovranno imparare… a governare con populisti o sovranisti. La crisi delle forze tradizionali, dai socialdemocratici ai popolari, non appare in grado facilmente per lotte intestine, sempre più condizionanti. Ma i governi andranno comunque formati e…basterà trovare una giustificazione.

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