Roma – Grande confusione tra e nei partiti. Crisi del governo in bilico

In questa crisi può accadere di tutto. La trattativa M5S – Pd è al palo. Il Movimento non vuole trattare nulla con Matteo Renzi, che non ha in mano il partito , ma ha dalla sua la maggior parte dei parlamentari. La trattativa, avviata  e bloccata, tra Zingaretti e Di Maio non porta da nessuna parte. C’è un tentativo di rientrare in gioco del leader  della Lega Salvini ma è una marcia indietro che costerebbe tantissimo al Giussano. Di Maio, con una f rase ad effetto ha ribadito:” Con l’apertura della crisi voluta da Salvini la frittata è già fatta”. Ma l M5S cerca in tutti i modi possibili per non andare al voto prima di aver portato termine, altre riforme, e riconquistata, quella parte di elettori, che hanno abbandonato i 5S delusi da questi mesi di governo e dai continui litigi con la Lega. Ma anche se  Salvini, conferma, che il suo partito è pronto a votare il t aglio dei 345 parlamentari, come ha già fatto in precedenza, c’è l’ostacolo del preannunciato voto di sfiducia al Premier Conte, mentre i Movimento confermerà la fiducia. La situazione è sempre più complicata e la politica, quella vera, non c’è e non si vede al’orizzonte. Certo Salvini è fortemente preoccupato per le elezioni anticipate perseguite, con eccessiva foga, e che invece non appaiono più a portata di mano come lui avrebbe voluto, grazie a sondaggi, ampiamente favorevoli. Cosa accadrà è davvero difficile prevedere. Una coalizione M5S – Pd senza Matteo Renzi è impossibile; rimettere in piedi la coalizione M5S – Lega appare soluzione costosissima soprattutto per la Lega; rimettere tutto nelle mani del Capo dello Stato Mattarella potrebbe significare, davanti costringere il Capo dello Stato, al passaggio ad un governo del Presidente, con Leader Flick o Cottarelli, con il compito, prima di anda     re ad elezioni a rimettere in ordine i conti, approvare il Bilancio dello Stato includendo gli impegni assunti dall’Italia verso l’UE e varare i provvedimenti urgenti in economia. Solo dopo questi adempimenti che il Presidente, da sempre ritiene prioritari per difendere il risparmio degli italiani, la parola tornerebbe agli elettori per eleggere i loro rappresentati alle Camere. Questa soluzione esclude, in una fase più o meno lunga, che i partiti possano dire la loro così come avviene oggi. Chi sbaglia in politica, come nella vita, paga il prezzo in proporzione all’errore commesso. on c’è altra via d’uscita. Così come molto dipenderà anche  da quello che dirà alle Camere dal Premier Conte e se riterrà opportuno  dimettersi, il che aprirebbe la crisi, o se preferirà attendere che sia la politi cae il Capo dello Stato a decidere sul da farsi. E’ il caso di riaffermarlo: Dio salvi l’Italia.

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