Roma – Il caos nel M5S supera i limiti. Pd a Bonafede ora basta. Conte il trasformista

La crisi del M5S  si sta sfogliando: per debiti verso il partito, la Casaleggio Spa,  la nascita di gruppi autonomi da Di Maio,  minacce di espulsioni, che scatterebbero ai primi di gennaio, per chi non ha saldato il conto entro il 31 dicembre,  l’altolà del Pd al ministro per la Giustizia Bonafede, sulla prescrizione, stanno avvelenando i rapporti politici e interpersonali, nei e tra i tre partiti della coalizione. Se poi si aggiunge, la minaccia di Italia Viva, di votare con Forza Italia il provvedimento Costa, in Aula, a metà gennaio che avrebbe trovato la soluzione, ritenuta giusta anche da Renzi la frittata è fatta. Al Premier non è rimasto che considerare possibile, l’aiuto dei ” volenterosi”, cioè di parlamentari di Cd per salvare il suo governo, ad un prezzo politico elevatissimo. La confusione che regna, nei partiti e tra i partiti di maggioranza, è molto elevata, su temi che riguardano direttamente gli italiani. Un processo, non può durare all’infinito in quanto il cittadino, se perde in prima istanza, potrebbe rimanere colpevole, per tutta la vita. I dem invece hanno posto i paletti: un processo, per i tre gradi di giudizio deve esaurirsi in tre anni e massimo altri sei mesi. Un no ad un tempo indetermiato per la prescrizione, di colpevolezza o innocenza, sarebbe da barbari e molto probabilmente “corretto” dalla Consulta. Ma il problema non è soltanto la prescrizione ma la mancanza di obiettivi  all’interno del M5S che vanno oltre quelli già segnalati. La maggioranza M5S, Pd, Leu e cespugli, si sta incartando da sola, per mancanza di patteggiamento e incontri, unica possibilità per trovare, alla fine un accordo, che vada bene a chi ha la responsabilità di governare un Paese. Ed invece, ogni 24 ore, ci sono delle novità, non positive, per un esecutivo che dovrebbe avere il tempo di pensare a ben altro che, alle fughe di parlamentari verso altri lidi o di rimanere, nelle file dove è stato eletto ma non per uniformarsi, alle decisioni del partito ma giocare, una partita per conto proprio. Che politica è mai questa? Gli italiani non hanno votato per questa anarchia dopo aver preso i voti per governare. Che realtà stiamo vivendo tutti, senza esclusioni, tra ultimatum e diktat e possibili votazioni dove parte dell’opposizione, voterebbe per salvare la maggioranza per evitare elezioni anticipate. Ma che razza di film, in bianco e nero, si sta girando a Palazzo Chigi? Sono stati riaperti i manicomi? Una maggioranza ha il dovere di decidere e chi è nei partiti della coalizione votare, sia pure se non è dello stesso parere. Conte, Zingaretti e Di Maio trovino la formula per centrare obiettivi comuni e se le risultanti non  sono  positive, abbiano il coraggio di orientarsi per elezioni anticipate. La democrazia non ha altre strade praticabili: tutte le altre soluzioni sono frutto di elucubrazioni che hanno poco a che vedere con il significato di “trasparenza cristallina”. Gli elettori sono stanchi di queste liti, di mancanza di onorare la parola data, di tradimenti. Parli, molto seriamente Beppe Grillo, lo faccia anche Di Maio così come Zingaretti l’ora della verità è scoccata e noi dobbiamo sapere quale futuro ci attende. La parola del trasformista Conte non può bastare più: Premier con il Cd, poi con il Cs ed ora, pur di rimanere in sella accoglierebbe i voti di parte dell’opposizione ma che etica ha questo distinto docente universitario che fa impallidire i politici di carriera che non si sono mai spinti oltre un certo confine per salvaguardare la propria dignità.

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