Ci siamo. 1600 mercenari siriani sono già nei campi di addestramento militari turchi, in attesa di essere trasferiti in Libia, con equipaggiamento ed armi modernissime. Andranno a combattere a fianco delle forze di Fayez al Sarraj contro l’offensiva del generale Khakifa Haftar. La notizia è stata diffusa dall’Osservatorio siriano dei diritti umani che, fino a ieri, aveva indicato in un contingente di 900 – 1000 uomini di cui, già 300 nella zona di Tripoli. Le autorità di Ankara non hanno fornito riscontri ufficiali all’operazione iniziata. Il Parlamento turco è stato convocato in seduta straordinaria, voterà giovedì prossimo la mozione che autorizza, l’invio dell’esercito in Libia a sostegno di Serraj, governo riconosciuto dall’ONU. Non va sottovalutato il fatto che, il Presidente della Turchia Erdogan, ha già preannunciato che i combattenti turchi in Libia potranno contare sull’appoggio di aviazione e marina, cioè si tratta di una vera e propria missione militare di guerra. La domanda da porsi è come reagiranno, gli alleati del generale HAftar, che conta su l’appoggio russo, degli Emirati Arabi Uniti ed Egitto. Alle porte di casa nostra potrebbe svilupparsi una guerra vera e propria sia pure, non con l’intervento di eserciti regolari ma con miliziani. Ma se la Turchia annuncia, l’intervento di aviazione e marina, non si tratta più di miliziani ma di militari di carriera. L’Unione Europea sta tentando di intervenire con la diplomazia e ripete che, il problema libico non si risolve con le armi, ma con un accordo tra i due leader Haftar e Serraj. Francia e Germania hanno dato mandato, al ministro per gli Esteri italiano Di Maio, perchè vada a Tripoli e Bengasi per cercare di fermare un conflitto regionale, che può innescare una miccia per coinvolgere altri Paesi non solo africani e del M.O.