Roma – La capitale pagherà l’inefficienza insieme al Sud

Le polemiche sulle richieste delle Regioni più avanzate di ottenere, come previsto dalla Costituzione, una parte dei poteri oggi accentrati a Roma. La realtà è sotto gli occhi di tutti: denaro stanziato dall’Italia e dall’Europa, per infrastrutture o servizi sociali, non spesi, l’Asl di Catania sciolta dal governo per infiltrazioni della ‘ndrangheta, altre Asl  preferiscono inviare, malati negli ospedali del centro e del nord, rinunciando ad una sanità di qualità che costituirebbe, un salto culturale molto importante. Non poco denaro è stato restituito, all’Unione Europea, perchè non speso e per progetti non presentati. Si vuole porre in evidenza che la classe politica e dirigente del Mezzogiorno, ci spiace affermarlo, non è in grado di guidare uno sviluppo, di utilizzare risorse economiche e valorizzare, l’enorme ed incomparabile patrimonio, culturale ed ambientale. Si può immaginare che questo disastro accade, sin dall’esistenza della Cassa per il Mezzogiorno, sia condizionato dalla massiccia presenza dei clan malavitosi che puntano a dividere la torta e paralizzano le amministrazioni. Si tratta di problematiche sviscerate, anche dalla magistratura che, in ogni occasione, lancia allarmi inascoltati. Per non parlare di Roma, dove sotto il naso di più governi, più Procuratori della Repubblica e più Prefetti è stato consentito, ad organizzazioni mafiose, di arricchirsi nella stessa capitale, in Comuni importanti come Ostia ed in altre realtà comunali, Castelli romani compresi. Per non parlare del torpore esistente, nei ministeri, dove sono più importanti le gite, le ferie e… il doppio lavoro che il disbrigo delle pratiche attivate dagli enti locali di tutta Italia: Comuni e Regioni. Il detto romano è noto:” Tanto la pratica si evaderà, prima o poi, non ci corre dietro nessuno! Ecco le giornate, ore e minuti per impiegati, funzionari e dirigenti romani, senza fare di tutta l’erba un fascio, non è un valore. Non lo è nemmeno una firma, che potrebbe dare subito lavoro a chi non lo ha, autorizzando quanto richiesto. Racconto quello che è accaduto a chi scrive, quando ancora dirigente di un ente locale, per ottenere una firma, su un provvedimento già approvato, urlando negli ambienti ovattati all’Eur, fu costretto a minacciare di chiamare i carabinieri per ottenere la lettera di trasmissione definitiva per realizzare una delle infrastrutture più importanti di Pescara. Il clima è questo ed è giusto che, Regioni, Comuni ed enti efficienti, si sgancino da una situazione intollerabile. Ci saranno Regioni che rimarranno indietro? La colpa non è nè della Costituzione e nè di chi è molto più efficiente. La responsabilità è dei governi, che si sono succeduti, e non hanno fatto nulla per rimuovere le cause di chi, dalla fondazione della Nazione ha creduto di essere “mantenuto” a vita con il minimo impegno ed utilizzando, il pianto tipico delle tragedie, per commuovere chi ha sempre dato, ma non ha cambiato una mentalità incomprensibile. Eppure, i nonni e padri degli attuali abitanti ed amministratori del Sud, sono stati emigranti e grandi lavoratori tanto da essere, ricercati e lodati, nelle Nazioni che li hanno accolti. I romani si mettano l’anima in pace: perderanno non poco, ma solo per colpa loro. Forse solo così verrà capita l’importanza dell’efficienza e che… il tempo è denaro.

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