Man mano che passano i giorni, si concretizza sempre di più la preoccupazione degli esperti per l’escalation delle tensioni commerciali, Brexit compresa e per l’aumentato rischio che corre la ri presa ecnomica inseguita dall’Unione Europea, come da altri Paesi. A fare il punto della situazione è stato, tra gli altri, Pol Thomsen, del Dipartimento europeo del FMI il quale ritiene che, la spirale dei dazi può ” compromettere” gli sforzi, per contrastare il rallentamento dell’economia europea, con coseguenze inevitabili sull’occupazione in tutti i Paesi. In effetti non è una novità. Il Presidente della Bce, Mario Draghi, ormai vicino a lasciare il suo incarico, per cederlo alla francese Lagarde, nell’ultima assemblea, ha tenuto a precisare che:” L’economia euro è cresciuta ma ad una velocità più lenta, dall’inzio del 2019, per la debolezza degli scambi commerciali internazionali”. Inoltre Draghi ha anche detto:” I rischi a ribasso delle prospettive di crescita sono legati, in particolare, alla crescente minacccia del protezionismo”. Va detto che l’Ammnistrazione Trump è stato un campione nel proteggere l’economia americana, non solo contro la Cina nei confronti degli alleati occidentali. In questo Presidente è prevalsa, sulla politica, la sua indole commerciale. Trump opera, come se, l’America, fosse una delle sue aziende, provocando sull’economia mondiale, una serie di provvedimenti, in molti casi imprevedibili, con le note dolenti conseguenze. Dello stesso parere, del Presidente Draghi, anche la Banca d’Italia, che nel suo ultimo Bollettino fa riferimento all’impatto, dei dazi americani in quanto possono avere un impatto importante sull’economia italiana e, quindi, sui cittadini ed imprese. Per questa ragione è bene che la mag gioranza che governa il Paese proceda con molta cautela, mantenendo l’equilibrio possibile ed evitando indebitamenti o promesse eccessive ed impossibili. Il futuro dell’Economia non si presenta sereno tanto da consentire salti nel buio.