Roma – Lo scontro Conte Di Maio non può avvenire senza Pd e Italia Viva

La coalizione M5S – Pd traballa. In mattinata c’è stato, un faccia a faccia tra il Premier e il capo politico del M5S, nonchè ministro per gli Esteri Di Maio. Un faccia a faccia molto difficile per le dichiarazioni che, sono state dette pubblicamente, perchè gli italiani sapessero… Il Presidente del Consiglio, davanti al primo ultimatum del Movimento, ha subito risposto, con non poca stizza:” La Manovra è stata approvata da tutti. L’ultima frase ” salvo ….”, altro non è  – ha chiarito Conte – che per immettere eventuali aggiustamenti tecnici e non per cambiare il documento già inviato a Bruxelles”. Ma Di Maio, quando riceve un imput, parte in quarta ed ha fatto rilevare, in una dichiarazione:” Che senza il voto del M5S non c’è Manovra”. E che:” Il partito più votato in Italia chiede delle modifiche irrinunciabili per il voto del suo Movimento alla Manovra”. Sull’incontro di questa mattina bocche cucite ma si sa che, Zingaretti segretario del Pd, che era contrario alla coalizione, non ha avuto difficoltà a dire che ” La Manovra c’è e che è l’ha già approvata”. E, non dietro l’angolo, ma in prima fila, c’è il leader del nuovo partito ” Italia Viva” Renzi che, ha già significato alla Leopolda che la Manovra va bene ma dalla Legge di Bilancio va tolta ” Quota 100″ per investire, quel denaro, a favore dei giovani e delle famiglie. Il finale, di questo intervento è da western:” Noi presenteremo l’emendamento poi vedremo cosa vorranno fare gli altri…”. Comunque, nonostante tutto, in serata, come preannunciato ci dovrebbe essere, un vertice della coalizione e poi un Cdm per la Legge d Bilancio e il Decreto fiscale. Chiunque vincerà, questo braccio di ferro, tra il Premier Conte e il capo politico del M5S Di Maio, il governo subirà delle forti fibrillazioni che non faranno, affatto bene agli italiani. Molti avevano salutato questa nuova coalizione che appariva, meno litigiosa della precedente e in grado di tessere un buon rapporto con l’Unione Europea, con la politica green e con una stabilità politica, data erroneamente per scontata, una volta che i partito dei sovranisti era fuori dall’esecutivo. Ed invece sono partiti ultimatum dal M5S, con secche e risentite risposte dal Premier. Ci sarebbe da chiedersi se il Pd alzerà la testa, non quella di Franceschini che, pur di fare il ministro,  venderebbe l’anima. Se il Pd, in questa circostanza rimane estranea allo scontro Conte – Di Maio, rischia di essere tagliato fuori dalla politica, perchè privo di personalità e di idee. Zingaretti ci pensi molto bene insieme alla sua direzione e non faccia godere, solo Renzi, che non aspetta altro che un errore macro del Pd.

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