Roma – Con ultimatum vince M5S e perdono Conte, Pd e Leu

Gli scontri ripetuti negli ultimi giorni, tra il Premier Conte e il capo politico del M5S Di Maio, hanno messo in chiara evidenza l’incapacità di gestire la situazione, da parte del Presidente del Consi glio e la capacità impositiva del ministro degli Esteri di Maio. Il primo poteva evitare di affermare:” La Manovra è stata approvata chi non vota è fuori” e il secondo poteva tacere,  sua volta nell’ affermare:” Senza il M5S non c’è manovra”. In questo scambio di durissime ” cortesie”, si palesa con estrema chiarezza che il Pd, con Franceschini e &, non contano politicamente  nulla ma cerca no di mediare tutto, per evitare di rendere palese il fallimento di una coalizione con i 5S, fatto di uomini che non conoscono che un metodo: “dovete accettare il giogo chi è più forte in Parlamento, punto e basta”. Ma quello che meraviglia di più è che anche Leu, minoranza battagliera di sinistra sinistra, pur di non perdere gli strapuntino, ingoiano tutto come nessuno avrebbe mai pensato potesse fare. In questo quadro non idilliaco, da ieri va inserito, il nuovo partito Italia Viva che, con i vari passaggi di parlamentari, attratti da Matteo Renzi, al Senato potrebbe dare seri problemi alla maggioranza, senza arrivare ad elezioni anticipate, per ovvie ragioni: solo oggi,  ha iniziato a “radicarsi sul territorio” ma occorre tempo. Così il M5S ha dimostrato che, la strategia di colpire con la galera i grandi evasori, ma essere vicino, a commercianti e artigiani, per ragioni elettorali, è stata vincente. Così come quella di lasciare  aperto il problema delle partite Iva, di mantenere ben saldo il potere di decidere, come meglio ritiene tanto da essere in grado, davanti alla timidezza del nominato Premier, di bacchettarlo ed ottenere, una vittoria già acquisita e di proseguire fino all’approvazione della Legge di Bilancio. A Bruxelles che leggono, nella debolezza del Premier, nell’insussistenza del Pd, Leu e cespugli, un governo in mano ai grillini che spesso, tornano sui loro passi, anche dopo l’approvazione di provvedimenti, è giustificata una preoccupazione. La Commissione UE, in breve vuol sapere se gli impegni presi, da questo governo saranno onorati o no vista la guerra a colpi di ultimatum, tra il Premier e il capo politico del partito di maggioranza relativa. In questa confusione è giusto che Bruxelles sia preoccupata,. Bene i sovranisti, partito non anti UE fuori dall’esecutivo, ma in una condizione di stabilità che non c’è.  Con un Pd tremebondo che teme  salti il governo, pari ad una Waterloo del partito, si fa per dire, di Zingaretti.

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