Roma – M5S in difficoltà. Sfide incrociate tra big. La paura non condizioni il voto

Campagna elettorale si infuoca: siamo alle sfide all’ “arma bianca”. Matteo Renzi vuole battersi, in diretta TV, con Luigi Di Maio. E la seconda volta della sfida: la prima volta Di Maio non si è presentato questa volta non si sa, ancora cosa deciderà, il pentastellato. Nel Movimento si sta vivendo un periodo difficile: una decina di parlamentari, alcuni dei quali ricandidati, non hanno versato la quota prevista per creare un fondo da donare a piccole unità produttive. Non è un fatto di poco conto: gli stellati ne avevano fatto motivo di distinzione ed onestà. Ma l’accaduto è solo una parte, del periodo complicato che coinvolge anche Grillo, che aveva fatto un passo laterale. David Borrelli, l’uomo di fiducia del comico, infilato nell’associazione Rousseau, parlamentare europeo, ha lasciato il M5S. Il motivo? Lui afferma” problemi di salute” ma in realtà la sua iscrizione, al gruppo misto, del Parlamento Ue è stata determinata dalla volontà del M5S di fare comunque il governo.  L’affermazione di Borrelli la dice lunga:” Sulla Casaleggio, meno ne so e meglio è”. Cosa vuol dire l’europarlamentare?  Si nasconde qualcosa dietro l’associazione Rousseau? Perchè Casaleggio punterebbe, “comunque” a formare un governo? Il M5S non tradisce la sua linea, mantenuta in piedi da Gril lo:” Mai al governo con le attuali forze politiche piene di “farabutti ?” Un rebus tutto da dipanare, come appare lecito, per fare chiarezza. Ma c’è un’altra sfida, lanciata da tempo e ribadita oggi, da Salvini nel Sud Italia:” Un voto in più alla Lega su FI ed il premier lo faccio io. Se il Sud vuole Tajani voti Forza Italia”. Perbacco ormai non si scherza più a 18 giorni dal voto. Si può ben dire che tra i maggiori schieramenti l’ordine è:” fuoco a volontà contro avversari e compagni di cordata”. Si sta arrivando, al 4 marzo, con gli elettori spaventati, eccessivamente, da fatti di cronaca alimentati da extracomunitari, certamente ributtanti, ma che non dovrebbero condizionare un voto libero. Gli italiani sono chiamati a dare la loro fiducia, ad uno schieramento o ad un altro: una scelta da fare con discernimento e intelligenza. Occorre riflettere a chi consegna re le chiavi di Palazzo Chigi, tenendo conto anche che un’ampia astensione, come si teme, potrebbe portare a nuove elezioni dopo breve tempo. L’Italia non governata, se non per l’ordinario,subirebbe danni rilevan ti, proprio nel momento che l’economia va meglio e si può puntare, ad attrarre investimenti, con nuove riforme. Meditare è un obbligo per ogni elettore.

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