Roma – Manovra domani. Ferma protesta Pd e FI. Conte:” Non c’è colpa”

E’ bagarre in Senato. La maggioranza ha fatto slittare, manovra e fiducia, a domani alle 14, per una prima chiamata alle 20 e, conclusione del voto, intorno alle 24. La notizia è stata confermata subito dopo la riunione dei capigruppo al Senato dove l’opposizione ha fatto sentire la sua voce. In verità va detto che non era mai accaduto prima ma il Premier, con l’intenzione di fermare la protesta e l’occupazione dei demo cratici dell’Aula delle adunanze dei capigruppo ha dichiarato:” Ci stiamo lavorando e siamo giunti al rush  finale. Ci rendiamo conto che siamo in zona cesarini, ma nella giornata di domani auspico che il Senato approvi il provvedimento”. La protesta, del senatore a vita Monti, è stata durissima e non poteva passare inosservata, non a caso il Premier ha risposto subito:” Ci sarebbe piaciuto lasciare, più ampio spazio al Parlamento,  per poter discutere  ed esaminare la manovra anche con l’apporto dell’opposizione. Ma non abbiamo alcun imbarazzo  ne senso di colpa. Il negoziato  si conduce  tra due parti e, se fosse dipeso da me, lo avrei chiuso  il giorno dopo rispetto a quanto è iniziato. Non mi devo giustificare – ha proseguito il Premier – se c’è voluto tutto questo tempo”. Ovviamente l’opposizione è passato all’attacco frontale. Il presidente del gruppo dem al Senato, Marcuccci, non solo ha occupato unitamente ai senatori in segno di protesta l’Aula, dove lavorano i gruppi a Palazzo Madama, ma ha anche attaccato alzo zero M5S e Lega per un atteggiamento anticostituzionale. All’affondo anche Forza Italia, con la capogruppo Anna Maria Bernini ” Questa è una vicenda sconcia un vero sfregio, non nei miei riguarda, ma per i senatori del Movimento e Lega costretti a votare senza sapere nulla su questa manovra”. In realtà la situazione è al limite della correttezza istituzionale ma, la Commissione UE era orientata a far scattare l’infrazione, per debito eccessivo, e il Premier Conte e il ministro Tria hanno dovuto convincere la Commissione, con una serie di garanzie, che l’Italia non meritava di essere affondata. C’è voluto del tempo ma, ciò non toglie che la manovra, gli impegni e le conseguenze le ha valutate solo la maggioranza e che, il Parlamento, è stato mortificato. Se c’è una colpa storica verrà fuori ma l’importante, oggi come oggi, è che sia stata evitata l’infrazione e che il Bilancio non vada in esercizio provvisorio.

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