Roma – Perderà ministeri e servizi? E’ una necessità per una nazione efficiente

Via tanti servizi da Roma verso Regioni che ritengono di poter fare meglio e di piu? Non è un assurdo ma la realtà, che c’è sempre stata, ma sopportata. La Capitale, centro politico della Nazione, sede di tutti i ministeri, zeppa di dirigenti, non ha saputo dimostrare di essere all’altezza del compito, ed ha fallito l’obiettivo. Nessuno si è accorto che gli atavici ritardi nelle risposte, tecniche e amministrative, la carenza di rispondere sollecitamente alle richieste della “periferia”, avrebbero prodotto, guasti irreparabili. Ministeri, e una miriade  di enti pubblici, hanno dimostrato, in generale, inefficienza e incapacità per stare al passo, con le Regioni più preparate, non più disponibili a perdere tempo preziosismo, davanti i soliti bizantinismi. Roma, non solo per gli italiani, è l’esempio di una burocrazia soffocante, dove tutto diventa un problema, tutto può attendere. Abbiamo sentito noi, con le nostre orecchie, dirigenti di settori importati, affermare:” Perchè tanta fretta nelle risposte, se passa una settimana cosa cambia? Nulla!,”. Ecco il tarlo che ha sconfitto Roma e chi si lamenta lo fa, con molto ritardo, sui tempi. Ha ragione chi afferma che cifre importanti, in mano a Regioni o enti efficienti, in alcune realtà che ben conosciamo, frutteranno molto di più che in una Capitale stanca, dove comunque lo stipendio, semmai maggiorato, alla fine de mese si riscuote lo stesso anche se, durante 30 giorni, non si è mossa una carta, da un’ufficio ad un altro. Certo se le Regioni più ricche perchè producono di più, tratterranno una parte di tasse, che oggi finisce nel calderone romano dove spariscono. Ci saranno le Regioni meridionali che soffriranno di più e si favorirà una nuova emigrazione. Ma va anche detto che, diverse Regioni  del Mezzogiorno,i per analisi appena sofisticate, mandano i loro cittadini al Nord. Gli amministratori non si curano di questi problemi, con il solito pianto di sentirsi abbandonati. Ma il denaro, italiano o europeo, in molti casi, anzi in tanti casi, è tornato indietro per mancate decisioni di utilizzo. E’ indubbio che occorre trattare il problema di togliere, a Roma e allo Stato centrale, con attenzione. Ma non con il lamento dimostrando invece che qualcosa ha svegliato, i tantissimi amministratori, che dormono sonni tranquilli:” Tanto c’è chi ci penserà”. Non sarà più così tra non molto. Dai ministeri verso il basso tutti dovranno svegliarsi da un sonno che dura, da secoli. I lombardi, veneti e gli emiliani e romagnoli sono già partiti, altre Regioni seguiranno, per sganciarsi da una condizione insopportabile di rinvii incredibili. Non è un’invettiva, contro Roma e i romani, ma è una realtà che va detta in quanto è assoluta. Ognuno abbia il potere che può far diventare l’Italia, meno indolente e sonnacchiosa. Se la sveglia è il decentramento regionale si faccia presto. L’urgenza oggi è una soltanto: operare bene e presto, siamo in recessione tecnica e una parte del Pil si può recuperare, mettendo in campo quanti già lavorano con efficienza e capacità, nonostante il freno che si chiama Roma.

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