Roma – Rebus governo. Di Maio – Salvini sotto pressione rinunceranno?

Non solo l’Unione europea è in subbuglio ma anche oltreoceano: si guarda all’Italia ed al governo giallo- verde che potrebbe nascere. Le forze contro si muovono insieme ma il tavolo delle tratta tive, per il contratto, ha terminato il suo lavoro e tutti i punti, meno sei, sono già definiti ed approvati. Quelli segnati in rosso, sono al vaglio di Di Maio e Salvini, che tenteranno di modificarli tanto da evitare il peggio. Alfonso Bonafede ha parlato con i cronisti:” Sei giorni di lavoro intenso e siano, orgogliosi e soddisfatti delle 40 pagine scritte, con un lavoro certosino. Non c’è l’uscita dall’euro ma solo la possibilità di revisionare i trattati con l’Unione, nell’interesse degli italiani. Un risultato – che Bonafede ha definito – molto positivo”. Sul candidato premier non si è saputo nulla, un no me che sarà fatto, solo al Presidente della Repubblica, che dovrà dare il suo avallo. Negli ambienti del Movimento e della Lega si precisa che, la prima bozza, non ha nulla a che vedere con la secon da che ha eliminato una serie di punti che potevano far crescere dubbi, non solo tra gli italiani ma anche nell’Unione europea. Il programma, praticamente definito, consentirebbe all’Italia maggio re giustizia sociale, minori tasse ma, forti punizioni per gli evasori, parziali o totali. Si ha più di una certezza, che i due leader del M5S e della Lega, sono sottoposti a pressioni talmente forti tanto che potrebbero rinunciare ad andare avanti, fino a chiedere la fiducia alle Camere. Pressioni fortissime che andrebbero fino ai singoli parlamentari. Non si tratta di forze oscure ma di visioni diver se sul come affrontare questa delicata fase della storia nazionale. E’ indubbio che fanno parte di questa partita anche governi stranieri. Non è affatto un caso che, il Financial Times, titola:” I barba ri a Roma e Bruxelles”. La risposta di Salvini è gelida:” Meglio barbari che servi”. Il leader della Lega è troppo giovane per sapere che, sulla sua strada intrapresa sin da dopo le elezioni, si deve at tendere trappole ed agguati. Mai come ora il silenzio è d’oro. Di Maio e Salvini, se ne sono capaci, con le loro “truppe” vadano avanti, altrimenti ripieghino su un ” non è possibile” su argomenti, tanto importanti, da utilizzare per salvarsi dall’umiliazione di una rinuncia  imposta… in vista del traguardo.

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