Roma – Sale di poco la curva endemica. Gli ” indisciplinati”? I lombardi

La curva epidemiologica è tornata a salire, per un comportamento non consono al rispetto delle norme, nonostante le tante raccomandazioni. La situazione ad oggi è stata illustrata dalla Protezione civile. I nuovi casi sono stati 813 ed i malati di coronavirus ammontano a 65.129 meno 1424 rispetto all’ultima rivelazione. I guariti 129.401 con 2075 dimessi dagli ospedali nelle ultime 24 ore. Le vittime registrate 162 che, ad oggi, ammontano a 32.169 dall’inizio dell’epidemia.. Continuano a diminuire i pazienti, in terapia intensiva, dove attualmente sono ridotti a 716 con 33 pazienti trasferiti in reparto. Tornano a crescere i positivi in Lombardia, 462 i nuovi casi che fanno salire a 85.481 il totale ed i decessi, 54 contro i 24 di lunedì scorso. Si può ben dire che in Lombardia i residenti non seguono i ” consigli” elargiti continuamente, non solo dalle autorità sanitarie nazionali ma anche da quelle regionali e locali. Lo sfogo del sindaco di Milano Sala, avvenuto tre giorni or sono, non è servito a nulla: la popolazione, in parte, si comporta come se, il tempo attuale non fosse, una prova di convivenza con il Covid – 19, virus vivo e vegeto, pronto a colpire alla prima imprudenza. Eppure è stato spiegato più volte che si tratta di trovare come convivere, con questo virus, fino all’arrivo del vaccino, utilizzando tutte le cautele possibili. Il ministro per gli Affari Regionali, Boccia durante la riunione in Commissione federalismo fiscale in corso alla Camera, ha rammentato che la prima battaglia contro il virus è stata vinta con il passaggio, da una contagiosità al 3,5 fino a portarla allo 0,5 e che, governo ed italiani, si stanno muovendo, da questo patrimonio per verificare come andrà la curva epidemica e decidere, l’ulteriore apertura prevista, se tutto va bene, dal 3 giugno, per gli spostamenti tra una regione e l’altra, Appare evidente che questa libertà di movimento non potrà avvenire, con regioni, ad alto rischio infettivo. Un avvertimento non da poco ed anche più che giusto: non si può tornare indietro solo perchè ci sono persone, in determinate regioni, che non rinunciano alla movida o a comportamenti non cautelari per evitare al virus di continuare ad infettare. In questa fase due ed in quella successiva e, per un periodo che non è possibile prevedere, occorrerà molta attenzione per continuare con tutte, o quasi, le attività aperte, alla condizione che tutti rispettino le regole necessarie per non tornare indietro.

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