Roma – Sondaggio per La7 “Piazza Pulita”: Cd al 49,5% e Cs al 43,9%

La politica si rivela sempre più mutevole.  Gli elettori dallo scioglimento dei partiti, svincolati da ogni tipo di ideologia, appaiono molto liberi tanto che basta poco, per determinare mutamenti facilmente rilevabili, anche di settimana in settimana. La trasmissione “Piazza Pulita” in onda su La7 ha ordinato un sondaggio all’ Index Research, che ha dato questi risultati. il centrodestra, a trazione Lega, con Forza Italia e Fratelli d’Italia è vicino al 50%. Per l’esattezza del  è al 49,5% con un incremento, dalla scorsa settimana, di  uno 0,7%. La coalizione di governo giallo – rossa, Pd – M5S,  ha perso lo 0,5 % scendendo dal 43,9 al 43,04. In particolare è interessante verificare,come  hanno risposto gli italiani interpellati, partito per partito. Al primo posto si è confermata la Lega che ha toccato quota 34% , con un incremento dello 0,3%; al secondo posto il Pd 19,5% che guadagna lo 0,2%; perde lo 0,6% il M5S che si atte sta al 16,06%; segue FdI al 9% con un più 0,4% mentre rimane stabile Forza Italia al 6,4%.  Perde invece Italia Viva che dal 5% scende al 4,8. Una rilevazione che dimostra spostamenti, che non sono minimi, se si considera che sono state valutate le differenze tra una settimana e quest’altra. Fare un’analisi di quello che sta accadendo, non è molto facile, ma si può dire che la forza politica che ha ceduto molto è il Movimento che, alle politiche del 2018, riuscì ad ottenere un 33% abbondante e diventare il partito di maggioranza relativa. Poi ha imboccato una discesa che ha portato i grillini alle europee, a poco più del 17% ed ora, (si tratta di sondaggio), al 16,8%. Motivazioni: litigiosità interna ai gruppi parlamentari, eccessive promesse fatte e che non potevano essere, tutte mantenute, anche se il reddito di cittadinanza così come quota 100, sono  riforme importanti portate all’approvazione sia pure con la passata maggioranza M5S – Lega. Ma il M5S soffre al suo interno: parlamentari che non seguono più, il loro ministro e capo politico del Movimento. Il caso degli eletti in Puglia è significativo: non hanno detto no, per lo scudo Ilva e per Taranto, solo a Di Maio ma anche al Premier Conte che ha preso coscienza di avere un’opposizione interna. A  Camera e Senato è in corso, una raccolta di firme contro l’attuale capo politico, per chiedere a Beppe Grillo di scendere in campo lui, direttamente. Caso Umbria? Forse ha pesato, ma non solo. Che la situazione si stia aggravando, nei rapporti interni al M5S, lo dimostra lo stesso Di Maio quando afferma:” Chi rema contro è fuori dal M5S”, cioè si è tornati ad usare un linguaggio pesante e minaccioso che non si sentiva da tempo. Se poi si considera che il Movimento, non ha agganci sul territorio con uomini e liste senza bandiera, vuoto che ha deciso di colmare ma, perchè si concretizzi un’operazione così complessa, occorre del tempo certamente non solo mesi. Il Pd ha guadagnato uno 0,2% ma è fermo ad un 19,5. Certo ha ragione Zingaretti è una quotazione da partito di governo ma, dopo l’Umbria deve vincere, costi quello che costi, in Emilia Romagna, dando ormai per persa la Calabria dove il centrodestra non ha rivali.

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