Roma – Stop alla Tav. Aria di crisi? Si stanno valutando i pro e i contro

Era arcinoto che la Tav, Torino Lione, si sarebbe realizzata. Non è affatto un caso che, l’ok agli appalti, li ha dati il Premier pochi giorni fa. Ma solo il Parlamento poteva bloccare l’opera e oggi ha chiuso il discorso. La Lega ha fatto confluire voti sulla mozione del Pd che ha raggiunto così, quota 180. Ci sono state altre votazioni a favore dell’opera, tutte superiori ai 180 voti favorevoli. I 5S hanno gridato all’inciucio e Di Maio, ha convocato tutti i parlamentari, questa sera alle 21, sala Koch, per assumere delle decisioni. Dal canto suo Salvini, ha disdetto tutti gli impegni che aveva ed ha invitato i suoi parlamentari ai non allontanarsi da Roma. Appare evidente che in una situazione del genere, il segretario del Pd Zingaretti, ha sostenuto che non c’è più  maggioranza e che, il Premier Conte, dovrebbe recarsi al Quirinale per dimettersi. Elezioni anticipate vicine? Tutto dipenderà dal M5S. Di Maio, prima della riunione con i parlamentari ha ascoltato cosa ne pensano Grillo e Casaleggio per poi discutere, il problema, con le sue ” truppe”. Elezioni anticipate sono state richieste anche dal cavaliere, dalla Meloni e dalla sinistra sinistra. Tutti i patiti sembrano decisi ad un regolamento di conti subito, tramite le urne. Ma bisogna vedere a chi conviene andare ad elezioni immediate. Alla Lega e FdI, certamente sì, sicuramente no al M5S che ha potato a compimento davvero poco, per riottenere dall’elettorato il 33% ottenuto, con ampie promesse di cambiamento da un elettorato oggi molto perplesso se non deluso. Non convengono a FI, partito che non è riuscito ancora a riorganizzarsi ed anzi, è sull’orlo di dolorosi abbandoni. Il Pd, con Zingaretti potrebbe trarre vantaggio e proporsi come forza disponibile per governare, unitamente ad altre forze, alla condizione che ricucia, una situazione molto sfilacciata, con Matteo Renzi che forse attendeva, questa occasione, per rientrare i campo. Qualora si andrà al voto, il Capo dello Stato pretenderà che prima si mettano al sicuro i risparmi degli italiani. Una situazione che definire complicata è poco ma che potrebbe, se i sondaggi non sono stati gonfiati, aprire la strada ad un governo di centrodestra, senza un “regista” scomodo, cioè quel Silvio Berlusconi. Decisione da prendere nell’arco di ore? Solo se prevale la preoccupazione di una finanziaria sotto il 2% senza siluppo e occupazione.

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