Roma – Tria all’angolo. Di Maio e Salvini vogliono dei sì “pericolosi”

Mercoledì di fuoco. Ci sarà un vertice di governo, prima dell’informativa del Premier Conte, alla Camera dei deputati. Il motivo? Il negoziato con l’UE sui conti e a questo ” incontro” ci saranno ol tre ai due vicepremier, D Maio e Salvini, anche i ministro dell’Economia Tria. In realtà, i due esponenti dei partiti di governo puntano ad ottenere, dal ministro dell’Economia, un’adesione completa alle loro tesi: ridurre le tasse e dire sì ai minibot, non obbligatori, ma ritenuti indispensabili per abbattere i debiti della P.A.. Il ministro Salvini non vuole sentire ragioni:” Se vuole fare il ministro del nostro governo, Tria deve sapere che si tratta di provvedimenti indispensabili, non perchè lo dico io, ma per rilanciare l’economia del Paese”. Di Maio, l’altro vive premier, la pensa alla stessa maniera, come ha detto, durante il suo intervento all’assemblea nazionale della Confartigianato:” dobbiamo pagare i debiti della P.A. altrimenti non è nemmeno possibile chiedere ai citta dini di pagare le tasse”. Insomma, il ministro Tria è nella morsa tra M5S e Lega. Una posizione difficile se si considera che a Londra, proprio il ministro all’Economia, aveva sostenuto che l’emissione di minibot non è una misura necessaria ed è anche illegale. Sarebbe come stampare una nuova moneta. Inoltre Tria, ha anche concordato  con l’UE, tutte le misure possibili che il governo italiano è disposto a prendere, per evitare che scatti l’infrazione, per debito eccessivo. Se ciò accadesse per l’Italia si aprirebbe un periodo molto difficile pari a quello dell’austerità. Ma i due vice premier, sembrano marciare su binari diversi da quello del ministro Tria che ha resistito fino ad oggi, grazie anche all’appoggio di Draghi e del Presidente Mattarella, ma potrebbe cedere il suo posto, se la pressione lo costringesse a dire sì, a misure che, secondo la sua preparazione, farebbero deragliare il treno Italia, dai binari fissati dai trattati dell’Unione Europea. Trattati che, giustamente non solo l’Italia vuole cambiare, ma prima di violarli occorre una riforma, adottata dal Consiglio Europeo, per non subire pesanti conseguenze. Il ministro Tria, va detto, merita rispetto per capacità ed impegno profuso per evitare l’infrazione e dovrebbe essere ascoltato da chi, non è esperto di economia, settore delicatissimo nel quale, basta una parola sbagliata, detta da un governante, per far danneggiare il Paese.

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