Trieste – Costernazione per i poliziotti uccisi. Riforme urgentissime

Strage evitata, per  un pelo, alla Questura d i Trieste, dove due poliziotti hanno pagato con la vita di servire uno Stato che non li protegge abbastanza, così come meriterebbero. Le masime autorità di polizia hanno confermato che il dominicano, con due pistole in mano, avrebbe potuto uccidere tanti poliziotti, se non ci fosse stata una reazione adeguata. I filmati messi in rete parlano chiaro e  dimostrano come, anche in Questura, si rischia la vita. Un caso sporadico no non è così. Gli uomini che con la loro divisa rappresentano lo Stato ed agiscono per far rispettare la legge, sono da tem po nel mirino non solo della malavita ma anche, durante le manifestazioni, basta leggere le scritte lasciate sui muri:” Maledetti sbirri”, ” Vi uccideremo tutti”, ” Sbirrri boia” e tante altre scritte an cora. Ma non è tutto, si è creata una catena di odio verso i tutori dell’ordine e chi viola le leggi, dai centri sociali fino a lambire alcune frange, credo di poter affermare, esterne ai sindacati dei lavora tori, cioè ” estremisti sindacalisti” non la testa confusa. Nessuno  dimentichi il pestaggio del poliziotto, scivolato durante lo scontro con manifestanti e che aveva perduto il contatto con i colleghi. Una scena orribile dove c’era solo odio per chi indossa una divisa o meglio di rappresenta lo Stato. Quello che è accaduto a Trieste questa mattina era sula bocca di tutti ed ognuno dava una sua versione. Non è mancato nemmeno chi ha affermato che c’è stata ingenuità dei poliziotti nel farsi sottrarre le pistole. Nei commenti tutti si sono stretti commossi interno alle famiglie delle vittime, uccisi senza pietà da un dominicano che per cultura, molto diversa dalla nostra, ha ucciso con l’intento di fuggire. Tutto per il furto e di un reato innocuo, in Italia ma non nella Repubblica domenicana. Questa tragedia riapre una piaga che va curata: nel nostro Paese c’è gente che pur avendo il permesso di soggiorno non ha appreso nulla dalla nostra cultura e dal nostro modo di vivere. I due servitori dello Stato, prima della sepoltura, con tutti gli onori come sappiamo fare noi, con le massime autorità presenti per un funerale di Stato, sono morti in servizio, con le lacrime agli occhi di chi seguirà la celebrazione della Messa e le bellissime parole che saranno, come in un Rosario, nessuno farà cenno che nel nostro Paese sono entrati clandestinamente, fior fiore di de liguenti e che nel Nord Italia, c’è già l’embrione o forse qualcosa di più, della mafia nigeriana spietata e ricchissima per lo smercio di droga all’ingrosso e al dettaglio. Qualche media ne ha parlato ed ha lanciato l’indispensabile allarme. Così mentre la malavita peggiore si organizza, semmai  d’accordo con le mafie con i colletti bianchi, per il riciclaggio. La politica latita, non trova unità nem meno  davanti a tale elevatissimi pericoli e pensa, ad altro, senza sapere che ogni loro decisione dovrà fare i conti, come accade in alcune zone del Sud ed ora anche del Nord, con gli interessi dei ” nuovi padroni”.

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