Berlino – E’ panico politico. Un hacker ha i segreti di tutti, Merkel in testa

Un attacco hacker in Germania ha gettato nel panico l’intera classe dirigente. I colpiti sono: politici federali, statali e europarlamentari. Per dare la misura di quello che è accaduto, nel super – Stato, all’avanguardia in tutto, l’hacker con un semplice account su twitter, ha pubblicato: il fax della cancelliera Merkel, l’indirizzo mail e la corrispondenza dai lei inviata o ricevuta, identico trattamento per tutti gli altri. “Un grave attacco alla democrazia” è stato definito senza esitazioni da Martina Fietz, la portavoce dell’esecutivo. In un baleno sono spariti i segreti personali anche se il ” ladro di informazioni”, almeno per il momento non ha pubblicato i numeri delle carte di credito, i contenuti  delle chat e nemmeno informazioni sui conti correnti. Forse ci  sarà una seconda ondata, di notizie riservate, che non hanno riguardato, solo  politici e parlamentari dell’Afd, il partito che si propone come l’alternativa della Germana, di estrema destra ma potrebbe essere solo depistaggio. Oggi c’è stato panico tra le categorie apicali della politica tedesca ed una corsa a cambiare tutto ciò che poteva essere trasferito su altre collocazioni informatiche. Il problema rimane in tutta la sua gravità. Si dovrebbe sapere se questo espertissimo punta a destabilizzare una intera classe dirigente oppure vuol ottenere  dei compensi in denaro. Certo è, quello che terrorizza i politici, federali, statali e europarlamentari e che nessuno degli hackerati ha più segreti, oggi custoditi in un computer di uno sconosciuto che non si sa a cosa miri in concreto. I politici, tutti nessuno escluso, ha  degli scheletri negli armadi, ed ora questi segretari sono nella mani di questo sconosciuto che è riuscito a perforare perfino la munite  le super difese della cancelliera Merkel, d a un pò di tempo costretta a vedere i sorci verdi a causa della sua politica, eccessivamente personale. Vederemo come finirà questa drammatica storia ed in Germa nia si augurano che l’hacker non si chiami  “Dimitri”.

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