Cernobbio – Capri – Gli statisti veri non azzardano, ragionano!

Dire che c’è solo confusone è poco. Dopo  che l’agenzia di rating Moody’s ha declassato l’Italia, da Baa2 a Baa3 con outlook stabile, le prese di posizione sono diametralmente opposte. Il presidente di Confindustria Bocia ha dichiarato:” Senza indugi il governo corregga la Manovra”. Il ministro Salvini a Cernobbio, dov’è in corso il Forum della Coldiretti, ha detto:” Il governo va avanti nonostante le agenzie di rating. Non faccia mo cadere il governo. In passato le agenzie hanno sbagliato e andremo avanti fino in fondo con la nostra Manovra”. Dal suo puno di vista il ministro, con delega per gli Affari Europei, al convegno giovani impredi tori in corso a Capr, hai rilanciato la sua teoria:” Il debito pubblico italiano è perfettamente solvibile. Non c’è alcun problema di default così come non c’è nessuna possibilità, per quanto riguarda l’Italia e il mio governo, che il  debito pubblico decida di rifiutare l’euro. Con la nostra Manovra, possiamo crescere benissimo dal al 3%, se riusciremo a riattivare gli investimenti, puntando a norme che non sono state fatte da questo governo chiamato al cambiamento, che ha il dovere di fare”. Sullo stesso piano di Salvini anche il ministro Di Maio:” Le agenzie di rating non ci fermeranno stiamoo procedendo per dare all’Italia sviluppo, occupazione e sconfitta della povertà assoluta”. Una battaglia senza esclusione di colpi. Intanto famiglie, rispramiatori e imprenditori sono palesemente spaventati di posizioni così diverse tra politici, economisti, industriali e agenzuie di rating che ora inizieranno ad attaccare anche le banche. Mentre la discussione aumenta il tono 46 miliardi hanno già lasciato lo stivale, lo spread non da tregua e la borsa di Milano è in alta lena ma vero il meno e non il più. Cosa accadrà se lo chedono tutti. Non si tratta di un’azienda ma di un intero Paese, con 63 milioni di abitanti, circa. Una maggiore prudenza, dopo l’altolà dell’Europa, sulla Mano vra che ha spaventato anche il Premier Conte e il ministro dell’Economia Tria appare necessaria. Il no di Di Mao a toccare il 2,4% per comincire a fare tutto in fretta è un azzardo. Meglio sarebbe dire agli italiani che le riforme promesse saranno portate a termine entro la legislatura. Prima è impossibile vista la situazione che si è creata, soprattutto con l’Ue, tra l’altro alla prova del voto, a maggio del prossimo anno.

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