Roma – Alla soglia del suo declino. Le Regioni sviluppate:” Ecco il conto”

Roma terra di burocrati con le mani bucate; dei tantissimi “ministeriali” che guardano chi giunge dalle Regioni, provincie o Comuni, dall’alto in basso; Roma patria della  corruzione e del “mondo di mezzo”; Roma Capitale terra di mafia, o sistemi mafiosi, presenti sulla Costa, Ostia è solo un esempio, ma anche nell’Urbe e nell’entroterra; Roma dei privilegiati che, guazzano, senza vere proteste di popolo, nella spazzatura; Roma dove tutto,( era ed è possibile), solo se si hanno amici potenti o se si è disposti a finanziare il ” giro”; Roma con i trasporti al collasso, continuamente rotti, tanto da dettare più di un sospetto; Roma dove i ” pizzardoni” la sera di Capodanno si danno malati, a centinaia, per lasciare la città incustodita, Un monumento all’aperto, nelle mani, di gente discutibile o comunque alticcia. Questa Capitale rischia di perdere un 25% dei redditi in circa 10 anni. Sembrava, un  gioco a scacchi infinito, ed invece non è stato così. Nel 1917 ,Lombardia e Veneto, indicono un referendum per ottenere, Costituzione alla mano, una serie di servizi che sono sempre stati nella Capitale. Vincono le fatue resistenze anche se il governo, poteva evitare di perdere,  così come ha fatto l’Emilia Romagna che otterrà di partecipare alla trattativa, insieme ai lombardo – Veneti, senza aver speso un centesimo avanzando, semplicemente richiesta al governo centrale, come vuole la Carta. E così siamo giunti al dunque: entro l’anno il governo dovrà trattare che le attuali Regioni che hanno le carte in regola, alle quali se ne potranno aggiungere altre, se lo riterranno opportuno. Cosa significa: Roma perderà una miriade di uffici, dipendenti a tutti i livelli e parti importanti di ministeri. Inoltre le Regioni che tratteranno il nuovo assetto dell’Italia, chiederanno che una parte delle loro tasse che pagano a Roma, dove sono amministrate malissimo, restino nei loro territori. Non vorranno la quantità delle Provincie Autonome, ma somme molto interessanti per le loro Regioni, per migliorare strutture servizi. C’è da chiedersi, chi penserà alle Regioni meridionali dove lo Stato interviene grazie alle tasse pagate a Roma? Una domanda due volte inquietante: è tempo che il Sud cominci ad essere in grado, di fare scelte e spendere bene il denaro che hanno, e mettere a frutto quell’ambiente naturale: mare e monti vera ricchezza. Ed è anche tempo che gli amministratori, sappiano fare il loro lavoro, evitando di prendere ordini da troppi poteri forti o intimidatori. L’Italia è ad un bivio e Roma sta per pagare il prezzo di una città, che non ha pari nel mondo, ma che ha conosciuto e sta vivendo il suo declino. La realtà è che, una parte dell’Italia è cresciuta, mentre un’altra ha pensato solo a tirare a campare, con qualche artificio, anche illegale, o con un’alzata di spalle.

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