Roma – Di Maio e Salvini rischiano la testa.

Di Maio e Salvini ci stanno provando a trovare una quadra ad un contratto che, secondo le due diverse visioni politiche, dovrebbe essere definito impossibile. Eppure questa impressione, sulla ba se della decisione del Quirinale, ben conoscendo Mattarella, potrebbe essere errata. Se il Capo dello Stato ha concesso alcuni giorni, nonostante l’incalzare degli impegni internazionali, deve avere avuto l’impressione che, il governo politico, è possibile. Una strategia, quella del Quirinale, che tende chiaramente, in caso di fallimento del tentativo in corso, a giustificare un governo tecnico per salvaguardare gli interessi degli italiani. Di Maio e Salvini, sanno perfettamente che si stanno giocando la testa nel caso che non dovessero riuscire ” nell’ardua impresa”, complicatissima sin dal tentarla. C’è una netta differenza, tra i leghisti e stellati che hanno pescato, abbondantemente nello scontento generale e scagliandosi contro, un centro sinistra, ed in particolare un Pd, partito di sinistra moderata, ma diventato il difensore dell’equilibrio dei conti pubblici: dare agli ultimi  ciò che è possibile ma niente promesse economicamente impossibili. E invece, M5S e Lega, hanno lar gheggiato e, qualora dovessero andare a governare, come lo sanno anche i due leader, mantenere gli impegni presi in campagna elettorale sarà difficilissimo. Certo anche il nome del premier è im portante, come lo è il problema dei migranti e l’aumento delle pensioni minime e il salario di inclusione o reddito di cittadinanza. Contro, M5S e Lega, lavorano anche forze esterne al nostro paese: dall’Unione europea fino agli Stati Uniti, dove c’è la convinzione che Salvini è più vicino a Putin, per motivi economici, che agli Stati Uniti sempre più chiusi nella loro economia minacciosamente ostile. I contro sono tantissimi anche in Italia: vedono in un governo M5S – Lega un pericoloso salto nel buio per le tante notizie, in parte false, che circolano, per mettere in difficoltà i due “contra enti” di un contratto,  è rivoluzionario. Ammesso e non concesso  che riescano, i due, prima a formare il governo e poi ad applicare il contratto in tutte le sue parti rispettare condizioni precise. Sal vini deve garantire il centrodestra e Berlusconi, sollecitato a tornare in campo, E Di Maio non può mancare di garantire quanti, nella galassia degli stellati e tra gli esperti di Casaleggio, si attendo no un contratto che rispecchi le loro idee e i relativi interessi.

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