Roma – I 7 giorni bollenti d’Italia per la minacciata Infrazione UE

Sette giorni bollenti a Roma nel tentativo di evitare l’infrazione, per debito eccessivo. I tecnocrati di Bruxelles stanno portando avanti come, ha annunciato il Commissario, francese Moscovici così come stato deciso prima della trattativa. Il ministro all’Economia Tria sta raschiando, il fondo del barile per evitare un’infrazione che equivale, ad un commissariamento del Bilancio dello Stato, quindi: austerità, mancanza di investimenti,  conseguentemente blocco dell’occupazione, elevata tassazione in sintesi: povertà. Le condizioni poste dall’Unione Europea:” documentazione dimostrata di abbattimento del deficit per gli anni 2018, 2019 e 2020″. Si tratta di condizioni, che che ne dica Tria, che non riuscirebbe a dimostrare nemmeno un’illusionista. Non si chiedono previsioni credibili ma documentate. Nonostante un diktat di questo genere, il ministro Tria, sta tentando l’impossibile lavorando, contemporaneamente, sui tavoli a Roma e Bruxelles. Compito diverso quello che sta tentando il Premier Conte, che ignora i trabocchetti della politica, come un dilettante allo sbaraglio. A Malta ha incontrato il premier dell’ex isola britannica e successi vamente il Presidente francese Macron. Colloqui riservati e secretati. Ma è già noto che la maggior parte,dei Paesi europei non appaiono disponibili ad evitare, l’infrazione all’Italia, per più ragioni. Gli italiani hanno un tenore di vita superiore agli europei; hanno un’ingente patrimonio immobiliare, stimato dall’Istat in circa 6 miliardi di euro e  il risparmio è in aumento. A fronte di questa realtà, il governo giallo – verde, che non gode di agganci in Europa, ha già messo dei punti fermi: giù la tassazione eccessivamente alta per garantirsi che non ci siano più evasori; no ad una patrimoniale che bloccherebbe il settore delle costruzioni, in crisi da anni ed in lentissima ripresa; no alla tassazione dei conti bancari e al denaro custodito in cassette di sicurezza. Tutto questo, sostengono Conte, Tria, Di Maio e Salvini per rilanciare, investimenti ed occupazione e di conseguenza, attaccare il debito eccessivo, grazie ad una politica espansiva. Un boccone amarissimo ed indigeribile dall’Unione Europea che è su posizioni diametralmente opposte, nonostante il trattamento riservato alla Grecia, motivo di postumo pentimento. Come finirà questo braccio di ferro non è possibile prevederlo, ma da quanto si evince dalla stampa estera, l’Italia sarebbe soccombente: non funzionerebbe lo stellone che ci ha sempre protetti. Oppure, Conte e Tria, non riescano in un miracolo ribaltando, in sette giorni una condanna già preparata.

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