Roma – La cavalcata vincente di Salvini può finire se sbaglia con l’UE

C’è un fenomeno politico nuovo, che non si chiama Centrodestra, ma Lega. C’è un fenomeno di una leadership vincente che si chiama Salvini. Tutte le analisi che si possono fare portano a queste due realtà che non sono facilmente spiegabili.  Il vicepremier ha eredita la Lega ristretta nel Nord ed ha un patrimonio di voti vicino al 4%. Nell’arco di un tempo non lungo, nonostante i disastri provocati da Bossi, porta il partito all’8%, da dove fa un balzo, politiche del 4 marzo 2018, per salire a due cifre al 17% per poi affrontare, le europee e toccare, il 34%. Mai accaduto nell’Era repubblicana un fenomeno del genere. Ma Salvini sa, come conquistare Regioni e Comuni, insieme al centrodestra di Berlusconi e Meloni e sa anche come, governare con la Lega, che ha un Dna di sinistra. Ma è mai possibile che tutto sia andato così? Ed invece è accaduto tutto davvero e proprio in Italia. Il vice premier, quello che definisco, il rozzo ministro dell’oltre Po, parla agli italiani in maniche di camicia e va al Cdm con giacca senza cravatta. Incontra i grandi della Terra, con lo stesso linguaggio che usa con la sua ” base” a Pontida. Ha terrorizzato la gente per bene affermando, questa volta nel  giusto, che l’Italia non poteva accogliere tutti i migranti che raggiungevano le nostre coste, con un’Europa insensibile, ai nostri problemi. Non ha mai mancato di riaffermare continuamente, che dai barconi con donne incinte e bambini, si potevano nascondere terroristi, pronti ad uccidere gli italiani. Ha attaccato l’Unione Europea che così com’è stata impostata, è in mano ai tecnocrati e non ai politici eletti dal popolo. Si è battuto, Comune dopo Comune, Regione dopo Regione, per dimostrare che le amministrazioni, rosse o civiche, non sapevano governare città e paesi ed ha dimostrato, fatte le inevitabili eccezioni, che aveva ragione tanto che, i gravi fatti accaduti a Legnano, non hanno intaccato nemmeno un pò la sua credibilità. Ha promesso quota 100 e l’ha portata in porto. Ha promesso di bloccare, gli schiavisti e trafficanti di uomini, ed ha raggiunto il suo obiettivo. Ma c’è di più ha lasciato, in mare aperto, per settimane le Ong, con carichi umani finchè non ha trovato, sia pure con Conte, una ripartizione dei migranti con altri Paesi europei. Ha detto sempre il vero? No, certamente no, ma non si è fermato nemmeno quando si profilava all’orizzonte, una prova elettorale a settembre, prossimo. Salvini aveva capito che il M5S ha necessità di tempo per riorganizzarsi, dopo la batosta che ha visto evaporare il 50% dei suffragi ottenuti alle ultime politiche e alle amministrative, ballottaggi compresi e che deve avere ai per radicarsi sul territorio. Ma ora Salvini deve frenare, la sua corsa contro l’Unione Europea, le soluzioni proposte sono impossibili: non è maggioranza. E se decide di rischiare può giocarsi, buona parte di quello che il popolo, gli ha consegnato. Guai a toccare il portafoglio degli italiani e Salvini se attacca l’Unione, sul piano politico trova gli elettori d’accordo, ma se sbaglia in economia,  il fenomeno Lega inizierà un inarrestabile declino. Questo è il momento in cui, il vice premier, deve dimostrare di avere una leadership anche in Europa, limitandosi ad una protesta seria e intelligente tanto da essere convincente ed ottenere ciò che è  giusto. I guai italiani vengono da molto lontano e Salvini non è che un uomo e non può fare miracoli. Se sbaglia, inebriato dalla sua cavalcata vincente, dimostrerà che è stato, solo un furbo fortunato: niente di più.

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