Roma – La sindaca Raggi è indagata. Dovrà dimettersi? Suvvia…

La sindaca di Roma, Raggi, è indagata, per abuso in atti d’ufficio. Il Gip Costantino De Robbio, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, ed ha invece chiesto, di approfondire le indagini. Al centro torna nuovamente lo stadio che la Roma, vorrebbe realizzare a Tor di Valle, vicenda strettamente legata al costruttore – corruttore Luca Parnasi e alla sua corte sia di collabo ratori e sia, di tecnici e politici, del Comune capitolino. Il problema per il M5S ora si pone come una ghigliottina: se insistono che per una comunicazione giudiziaria si deve dimettere un sottose gretario della Lega ora, non possono pretendere che la sindaca rimanga, anch’essa indagata, al suo posto come se nulla fosse.  La Raggi riteneva che il suo problema era stato risolto ma i fatti di mo strano che il Gip non la pensa affatto così, tanto da opporsi, all’archiviazione chiesta dalla Procura. Si deve  dedurre che il Gip, per assumere una decisione a questo livello, sappia cose che in Pro cura sono sfuggite oppure che, tra le carte inviate dalla Procura per il proscioglimento, ci sa stata qualche dimenticanza o sottovalutazione. Ma il fatto va oltre la Raggi che era ed è indagata. Questa decisione mette in serie difficoltà, il M5S, che non può sostenere, due pesi e due misure, a seconda di chi è soggetto ad indagini per eventuali reati commessi. Anche in questo caso, va detto, le carte le da la magistratura anche se i politici hanno dato, ad un avviso di garanzia cioè ad un avvertimento, puro e semplice, a garanzia dell’indagato, un valore inverso. Dal tempo di tangentopoli si è ritenuto, cioè da quando i partiti: timidi, timorosi e disfatti, hanno fatto un passo indietro e consegnato, maggiore potere alla magistratura che dev’essere, certamente autonoma dal potere politico, ma non dovrebbe nemmeno regolare, la vita delle forze politiche, frutto del voto popolare. La riflessione va fatta ed anche subito: dare il giusto valore all’avviso di garanzia da parte di tutti, a partire dall’opinione pubblica, troppo giustizialista:” Gli hanno notificato un avviso di garanzia…finalmente… si sapeva che era implicato in tante storie”. No, la vita civile, non funziona così. Il marcio c’è e non è una scoperta di oggi: basta leggere, la posizione dell’Italia nella graduatoria dei Paesi dove la corruzione la fa da padrona, per comprendere cosa si deve fare, subito. Ma l’avviso di garanzia non è sufficiente per crocifiggere qualsiasi cittadino. Il potere legislativo, da tempo, doveva affrontare questo problema che non è secondario rispetto a tanti altri.

Lascia una risposta