Roma – No a colpire Di Maio. Stesso no contro Boschi e Renzi

Fatti e reati diversi per il papà della Boschi, di Renzi e di Di Maio, ma senza tentennamenti c’è solo il no, alla criminalizzare di politici, per eventuali reati commessi dai genitori. Le Iene hanno fatto un altro scoop ed hanno scoperto che i lavoratori in nero, pagati dal padre del vice premier Luigi Di Maio, erano 5 e non due come affermato nella prima versione dei fatti. Nulla da dire anche perchè le Iene, hanno dimostrato nelle loro inchieste di essere, abbastanza equidistanti, dai potenti di turno.  Meglio riferire i fatti come stanno. Il sindaco del Comune di Mariglianella, Felice Di Maiolo, ha deciso  di far effettuare delle verifiche e successivamente  passare, al sequestro di alcuni terreni e piccole opere, nonchè materiale inerte abbandonato, perchè venga trasferito in discarica controllata. Si tratta di proprietà, del papà del ministro per lo Sviluppo, al 50%. Effettuato il sequestro, lo stesso Antonio Di Maio, è stato nominato custode dei beni, per porlo in condizioni di operare. Hanno agito per il Comune uomini della polizia locale ed un tecnico. Il ministro si è dichiarato subito tranquillo, per i fatti attribuiti al padre e, per il pagamento in nero, pur non sapendo come stanno i fatti realmente, ha preso le distanze dal comportamento paterno ma non, da papà Antonio, al quale è molto legato. Un caso che ha messo a soqquadro un paese, di appena settemila persone, tutte schierate in difesa del ministro Di Maio. Giornalisti e operatori di ripresa sono stati accolti dal grido:” Luigi è il nostro orgoglio e dell’intera nazione”. La pentola, invece bolle sempre di più, nonostante il reiterato appoggio del ministro Salvini, in casa 5S. I motivi sono noti: una parte del Movimento non è sulla stessa linea di Di Maio tanto che, i malumori hanno costretto, il capo del M5S, a porre la fiducia sulla legge Sicurezza. Gli altri big del M5S sono contro gli indici di gradimento, sempre più elevati della Lega, a trazione Salvini a danno degli alleati. Ma Di Maio, con Grillo e Casaleggio resistono: non c’è alternativa a questo governo ed una risi ora, senza aver portato a termine le riforme, sostenute dal Movimento, sarebbe un suicido politico. Quindi avanti così, viene affermato dallo stesso Di Maio, per tirare fuori le unghie contro la Lega, ma solo a tempo debito.

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