Roma – Salvini ” Stop a navi straniere con migranti”

Il vicepremier Salvini ha chiarito con i giornalisti, in un colloquio avvenuto a Montecitorio, che: ” Il nostro obiettivo è quello che non ci saranno più navi battenti bandiere straniere che portino migranti in Italia”. Questo si era capito subito, non appena è stata bloccata la SOS Mediterranee dell’Ong, con 629 migranti. Una decisione questa che non sarà priva di riflessi negativi, nell’opinione pubblica non italiana ma europea. Il motivo è semplice. Se operano soltanto navi della Marina Militare italiana, appare evidente, che non entreranno mai nel mare libico, tra l’altro indistinto, anche se ci sono barconi o gommoni partiti dalla costa africana.  Le Ong agivano in modo completamente diverso, proprio per la natura stessa della missione, soccorrevano anche sotto costa chi era in difficoltà e forse, è anche vero che c’era una sorta di collegamento, non con li schiavisti ma con gli scafisti, per evitare altri morti. Così come appare evidente, lo sforzo del governo, a limitare gli arrivi solo in Italia se l’Unione europea non si doterà di una politica comune di acco glienza, in tutti i Paesi,che ne fanno parte. E’ altrettanto vero che Salvini ha avuto molto coraggio, ad assumere la decisione drastica di sigillare i porti, poi seguita da tutto il governo Premier Conte in testa. Si consi deri cosa dichiara oggi, la vicepremier del governo spagnolo, Carmen Calvo. ” I 629 migranti a bordo dell’Aquarius che giungeranno a Valnecia, molto probabilmente domenica, saranno trasferiti in centri umanitari o in carceri di detenzione per stranieri, come avviene per chi giunge con i barconi, dalle coste africane. Si applicherà la legge anche se li riceveremo in modo rispettoso”. Perbacco che differenza dal nostro Paese alla Spagna!. El Pais scrive : ” All’arrivo dei migranti a Valencia è prevedibile che non ci siano politici ad accoglierli”. Chiaro? Occorre intervenire d’urgenza per raggiunger accordi con la Libia e fare in modo che i mi granti vengano assistiti in Libia o nei loro Paesi di provenienza. L’Unione europea si muova, ed anche presto, senza continuare a mettere in difficoltà, Stati membri più esposti solo perchè in prima linea.

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