Torino – I “No Tav ” e violenti dichiarano “guerra” allo Stato

I ” No Tav” sulle barricate dopo che il Premier, come ha confermato durante la question time alla Camera, ha confermato che la Tav Torino – Lione si farà. Il conto tra costi e benefici è cambiato dal momento che, l’Unione Europea, si è resa disponibile ad aumentare il cofinanziamento, anche per la realizzazione della tratta nazionale. Il Premier ha ribadito:” conosco perfettamente i motivi del sì della Lega come la sensibilità del M5S contraria alla realizzazione dell’opera. Personalmente ho agito sempre nell’interesse del Paese, anche per rivedere il progetto e quindi gli accordi stipulati con i francesi. Sarà comunque il Parlamento a dire l’ultima parola sulla costruzione della Tav”. Le minacce dei ” No Tav” sono subito arrivate a Roma:” Conte non ci conosce e si creerà un problema di ordine pubblico. Sabato, tutti a Chiomonte per far capire che adesso spetta a noi impedire, la costruzione di un’opera che non serve”. Una mobilitazione per attaccare il cantiere e le forze dell’ordine che rappresentano il governo  che ha deciso di far costruire la Tav. Il sindaco d Torino Appendino, ha subito preso posizione sollecitando il Movimento ad opporsi: teme che la sua maggioranza in Comune vada in pezzi, stando agli umori di non pochi consiglieri. Non è da escludere che, in aiuto dei “No Tav”, giungano per la protesta a Chiomonte, gli antagonisti e chi anima i centri sociali non solo italiani. Non viene escluso nemmeno l’arrivo degli anarchici insurrezionalisti cioè, potrebbe  esserci un’ondata di violenza che non dice nulla di buono visto che, pochi giorni fa, prima i ” No Tav” hanno cercato di sfondare la recinzione del cantiere, poi hanno scagliato pietre, fumogeni e razzi contro le forze dell’ordine. Al Viminale, il ministro Salvini ha riunito il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, per le decisioni necessarie ed i Servizi, sono già al lavoro, per conoscere esattamente come si stanno organizzando le frange più violente intorno ai ” No Tav”. Appare, a parte la politica, che lo Stato dimostri che ci sarà una reazione, proporzionata alla preannunciata offesa.

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